L'Ateneo ha presentato il nuovo progetto ambientale e sostenibile nel corso di un convegno organizzato al Di3A. Presto potrebbe allargarsi anche agli altri Dipartimenti universitari, con l'obiettivo di creare un sistema unico per la raccolta differenziata.
Dopo la campagna “Plastic free”, l’Università di Catania si appresta a lanciare anche la raccolta differenziata nelle diverse strutture dell’Ateneo. Ad annunciare la nuova iniziativa “ambientale e sostenibile” è stato stamattina il prof. Federico Vagliasindi, ordinario di Ingegneria sanitaria-ambientale e componente del gruppo di lavoro “Rifiuti” della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile nel corso del convegno dal titolo “La gestione sostenibile dei rifiuti” organizzata nell’aula magna del polo Bioscientifico del dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente.
“Già nel mese di giugno, grazie alla collaborazione con il Comune di Catania e con la società che si occupa della raccolta dei rifiuti nella nostra città, i contenitori della raccolta differenziata saranno a disposizione nei vari dipartimenti della Cittadella universitaria”, ha spiegato il docente alla presenza del prof. Agatino Russo, direttore del Di3A, del prof. Paolo Guarnaccia, organizzatore del convegno, e dell’assessore all’Ambiente del Comune di Catania, Fabio Cantarella.
Proprio all’interno del Polo Bioscientifico di via Santa Sofia 100, infatti, sarà lanciato il progetto-pilota “Il Di3A si differenzia” promosso dai rappresentanti degli studenti in seno al Consiglio di dipartimento insieme con i responsabili Servizi tecnici di edificio del dipartimento (Carmelo Ricca, Claudio Finocchiaro e Sebastiano Scandurra). “Il progetto è finalizzato a promuovere fra gli studenti del dipartimento la raccolta differenziata come esempio di buona pratica, da estendere poi agli altri dipartimenti con l’obiettivo di raggiungere anche a Catania i risultati conseguiti in questo campo già da tempo dagli altri atenei italiani – hanno spiegato Francesco Projetto, Giuseppe Cutuli, Pasquale Miccichè e Davide Mangiagli, rappresentanti degli studenti in seno al Consiglio del Di3A -. In queste settimane sono stati elaborati i dati relativi ai locali e alla tipologia di affluenza nel dipartimento che comprende anche la struttura di via Valdisavoia e adesso siamo pronti a partire”.
Un’iniziativa che, come ha spiegato il prof. Vagliasindi, rientra tra le buone pratiche già avviate da buona parte dei 60 atenei italiani aderenti alla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile. “Nel nostro ateneo già in passato sono state portate avanti esperienze in questo campo con iniziative disorganiche che hanno avuto successo nel breve termine, senza però lasciare una organizzazione ben consolidata – ha aggiunto il docente -.
Vogliamo creare un sistema di raccolta differenziata permanente applicabile in tutto l’ateneo che coinvolga tutte le componenti universitarie (docenti, personale e studenti) con una interazione fondamentale con i soggetti esterni come la Dusty e le ditte che si occupano dei servizi di pulizia e manutenzione nelle strutture universitarie, nelle residenze e mense dell’Ersu e al Cus Catania. Già nel corso del Palio d’Ateneo abbiamo collocato alcuni contenitori come prova, ma nel mese di giugno li distribuiremo nei dipartimenti della Cittadella universitaria e a seguire negli altri”.
Una iniziativa sposata in pieno dal prof. Agatino Russo, direttore del Di3A. “Indispensabile il coinvolgimento dell’Ateneo e del Comune – ha dichiarato – nella gestione sostenibile dei rifiuti in una città che sta vivendo particolari difficoltà in questo ambito”, aggiungendo anche che è altrettanto importante il ruolo assunto dagli studenti in questa fase. I tre rappresentanti degli studenti in seno al Senato accademico – Antonio Moschetto, Alberto Vazzano e Federico Scalisi -, invece, hanno “invitato gli studenti ad avere un maggiore senso civico e di esportarlo anche fuori dalle strutture universitarie”.
Sull’argomento è intervenuto anche l’assessore Cantarella. “La raccolta differenziata a Catania – ha dichiarato -, nonostante la crescita dal 5,7% al 13%, paga la carenza culturale in questo ambito dei nostri cittadini e anche dei cittadini di altri comuni che conferiscono da noi creando un incremento di rifiuti da smaltire in discarica e anche di costi. Basti pensare che il Comune ogni mese spende 1 milione 800 mila euro per il conferimento in discarica di rifiuti non differenziati nonostante questa amministrazione abbia ampliato il servizio ad una fascia globale di 200mila cittadini contro i 40mila precedenti.
Purtroppo, nonostante le 150 multe elevate nel solo mese di aprile a cittadini indisciplinati di San Giovanni Galermo, dobbiamo fare i conti con le 151 discariche abusive create anche da residenti di altri comuni – ha aggiunto l’assessore –. Ancora oggi non si riesce a comprendere che i rifiuti debbano essere trasformati in risorsa, perché una città pulita attrae di più e produce ricchezza e posti di lavoro. Ringrazio l’Università per il sostegno con questa iniziativa che necessita comunque anche di un’azione decisa per stanare il 50% di evasori totali della Tari”.
A seguire la tavola rotonda con gli interventi di Piergiorgio Ricci, Giuseppe Cucuzza, Andrea Baglieri e Laura Saija dell’Ateneo di Catania, del direttore dell’Ufficio politiche per l’ambiente, verde e energia del Comune di Catania, Lara Riguccio, di Angelo Virzì della Dusty, di Vito Rau della Euro&Promos, di Manuela Leone di Rifiuti Zero Sicilia e di Viola Sorbello di Legambiente Catania.
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