Pubblicata la bozza del nuovo codice etico d'Ateneo, che va a chiarire i valori e i principi della comunità accademica. Ma cosa ne pensano gli studenti degli articoli del documento?
Il 14 maggio 2019, sul sito ufficiale dell’Università degli studi di Catania, è stata pubblicata la bozza del nuovo Codice etico d’Ateneo. Il documento serve a chiarire i principi e i valori che l’Università promuove, in tutte le sue componenti: studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo. Come si legge al punto 2 dell’art. 1 del Codice:
“Il Codice si applica a tutta la comunità universitaria, a tutti i collaboratori o consulenti dell’Ateneo, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, nonché ai collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell’amministrazione”.
Novità interessante è che il documento sarà consultabile fino al 30 maggio, mentre entro il 31 si potranno inviare osservazioni e suggerimenti presso l’Ufficio prevenzione corruzione e trasparenza dell’Ateneo oppure scrivendo all’indirizzo disponibile sul sito internet dell’Unict. Interessante perché proprio gli studenti potranno leggerlo e consigliare eventuali modifiche del Codice etico.
Ed è proprio agli studenti che LiveUnict si è rivolta, per sapere il loro parere sul Codice etico e sui suoi articoli.
“Per applicare tutti questi principi e valori che il Codice etico promuove bisogna prendere una certa coscienza di sé“, dichiara Giovanni, studente di triennale (con particolar riferimento all’art. 11 sulla Responsabilità sociale). “Una presa di consapevolezza da parte, soprattutto, nostra, come studenti – continua –, come parte di questa comunità e principali attori nella vita accademica“. Ma, come sostiene lo studente, la coscienza dei principi promossi dal Codice etico, non dev’essere solo degli studenti, ma anche dei docenti e del personale dell’Ateneo, al fine di una pacifica e funzionale collaborazione. “Sia i docenti che anche i responsabili d’Ateneo – fa notare Giovanni –, hanno un ruolo fondamentale: questi devono mettersi a disposizione delle matricole, soprattutto per orientarle nelle varie questioni burocratiche“.
Gli articoli 4, 5 e 6 del Codice etico trattano rispettivamente i temi di Trasparenza, Abusi e discriminazioni, Nepotismo e favoritismo. Temi che sembrano stare a cuore agli studenti.
“L’art. 6 ha un ruolo fondamentale nell’applicazione di questo Codice – dichiara Lara, studentessa di triennale –. Il favoritismo ha avuto una nota diffusione tra il corpo docente: certo è che la responsabilità non cade solo sugli insegnanti, ma anche sugli studenti che permettono a tale fenomeno di essere presente“. Dello stesso avviso è Andrea, studente di secondo anno alla triennale, il quale ha ribadito che il favoritismo è presente anche in modo impercettibile. I due studenti fanno riferimento a favoritismi che avvantaggerebbero chi è frequentante (anche se il corso è con frequenza facoltativa).
Sia Andrea che Lara ritornano sull’art. 4 del Codice etico, in merito alla trasparenza. “È un tema che va messo in primo piano – dichiara Andrea –. Anche perché è la trasparenza che permette di dare meno spazio ad episodi di abusi e favoritismi“. In particolare, lo studente sostiene che uno strumento utile al fine della trasparenza è il questionario Opis: “È uno strumento utilissimo nelle nostre mani, soprattutto per valutare il corretto svolgimento delle lezioni. Ma – continua Andrea – va aggiunto anche post-esame, giusto per dare quel giudizio complessivo e che, magari, potrebbe essere utile a segnalare delle situazioni anomale“.
Sulla trasparenza torna anche una matricola, Gianluca. “La trasparenza va promossa ed è giusto mantenere le lezioni e anche gli esami aperti al pubblico. Tuttavia – precisa lo studente – è anche vero che al momento dell’esame non ci sia un pubblico da TV“. Lo svolgimento dell’esame pubblico, anche secondo Giovanni, dev’essere garantito: e su questo lo studente fa notare che l’esame ha bisogno di testimoni e della commissione completa, non un esame a porte chiuse in cui potrebbe mancare anche il presidente della commissione.
La bozza del Codice etico contiene anche temi come la Valorizzazione del merito (art. 9), la Libertà accademica (art. 13) e la Responsabilità dei docenti (art. 15). Comune ai tre temi è il principio secondo il quale lo studente può e deve sviluppare una certa autonomia accademica individuale, attraverso gli strumenti che l’Università mette a disposizione, di cui se ne fanno carico i professori. Recita così l’art. 15:
“(1) I docenti sono tenuti a svolgere, con il massimo impegno e in collaborazione con le strutture di afferenza, i compiti didattici e di assistenza agli studenti, curando altresì la formazione e la selezione dei giovani studiosi. (2) Hanno il dovere di adeguare le proprie conoscenze agli sviluppi culturali e ai progressi della ricerca scientifica, per garantire la qualità dell’attività didattica e scientifica”.
Gli studenti hanno voluto evidenziare questo ruolo dei docenti, soprattutto alla luce del principio della libertà accademica. “Come professore o professoressa, bisogna sempre investire sui propri studenti, mostrandosi disponibili ed aiutandoli“, dichiara Lara. A fare da eco alla studentessa è Andrea, il quale pone un’altra questione di fondo: quella della tesi. “Lo studente dev’essere libero di fare ricerca in modo individuale, sia per quanto riguarda la tesi che per le ricerche fuori dagli ambiti di esami o laurea. Inoltre, il docente-relatore deve – continua lo studente – sì essere una guida e mettersi a disposizione, ma deve anche lasciare spazio alla creatività del tesista“. In tal caso, il punto 4 dell’art. 9 del Codice etico sembra allacciarsi perfettamente alla questione di fondo:
È compito di ciascun docente stimolare nei giovani, attraverso il dialogo e lo sviluppo delle capacità critiche, abilità pratiche e metodologiche per lo studio e per la ricerca.
Un documento, quindi, ricco di punti interessanti e che mettono in luce la struttura di valori che l’Università di Catania cerca di abbracciare. Valori come la trasparenza e la valorizzazione del merito, che si pongono contro gli abusi, le discriminazioni e aprono le porte a tutti gli studenti e che appoggiano la libertà dello studente, del ricercatore o del docente stesso. E probabilmente, le parole di Camus sono quelle che più di tutte dovrebbero spingere a promuovere tale libertà e la creatività nella cultura (accademica e non): “Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro“.
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