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10 proverbi siciliani e le loro spiegazioni

Nella quotidianità è spesso possibile arricchire i propri colloqui con proverbi che trasmettono un determinato significato, ma quali sono quelli tipici del dialetto siciliano? Ecco alcuni esempi di modi di dire legati all'Isola.

I proverbi: il discorso colloquiale quotidiano e la lingua italiana ne ha prodotti talmente tanti da averne più d’uno per comunicare uno stesso significato. Naturalmente, ogni regione ha dei proverbi tipici e, secondo ricerche dell’ambito, la Sicilia ha il primato in merito alla quantità di proverbi prodotti: se ne contano infatti oltre tredicimila.

D’altro canto, è proprio un proverbio nel quale si elencano le caratteristiche di alcune zone dello Stivale a confermare questo risultato, recitando “Tratti fiurintini, tiri napulitani, gesti rumani e mutti siciliani“: se i fiorentini sono celebri per i loro modi gentili, i napoletani per i loro scherzi e i romani per le loro gestà, i siciliani sono noti proprio per i mutti, vale a dire i motti, i proverbi.

Com’è ben noto, la lingua siciliana contiene al suo interno diverse sfumature che la rendono anche molto diversa da una parte all’altra dell’Isola. Lo stesso vale per i proverbi, i quali però sono ormai utilizzati in maniera indiscriminata in tutte le parti della Sicilia. Ecco dunque 10 proverbi tipici dell’Isola e le loro spiegazioni:

  1. Munnu ha statu e munnu è“: questo proverbio indica una delle più grandi verità a cui tutti noi prima o poi giungiamo: le cose si svolgono sempre allo stesso modo nel mondo, è difficile che si riesca a cambiare certi fatti della realtà, indipendetemente da dove ci si trova. Insomma, “mondo è stato e mondo è”.
  2. Larga un ci veni e stritta un ci trasi“: la traduzione letterale è “Larga non gli sta e stretta non gli entra”. In questo caso il modo di dire si usa in riferimento a persone incontentabili, ai quali infatti non va bene niente.
  3. Azzappa all’acqua e simina o ventu“: la frase indica lo svolgimento di un’azione che si rivela essere inutile, come un contadino che “zappa sotto la pioggia e semina con il vento”. Spesso si sottintende un grande impegno da parte di chi intraprende un’impresa con un esito negativo. Esistono altre varianti come “Tirari acqua cu lu panaru“, vale a dire raccogliere l’acqua con il panaro. Anche in questo caso si tratta di un’azione inutile, dato che lo strumento non è adeguato, infatti questo proverbio è usato quando si vuole sottolineare l’inappropriatezza dei mezzi.
  4. Cu mancia fa muddichi“: esistono più interpretazioni a proposito di questo proverbio. Si potrebbe indicare come la versione siciliana della celebre frase latina “errare humanum est“, in quanto esso afferma che chi si occupa di qualcosa può sbagliare, figurativamente “chi mangia fa molliche”. Di conseguenza solo chi non fa nulla non sbaglia. La seconda interpretazione riguarda invece una possibilità più neutra: chi svolge un’azione, lascia sempre una traccia di quello che fa.
  5. ‘A megghiu parola è chidda ca nun si dici“: secondo la saggezza popolare siciliana, a volte è più opportuno non prendere parte attiva in una discussione, affermando che “la parola migliore è quella non pronunciata”. Potrebbe anche indicare il valore del silenzio in certe occasioni.
  6. Ogni figateddu ‘i musca jè sustanza“: il proverbio in questione intende comunicare che ogni sforzo, ogni contributo, per quanto minino è sempre utile al fine. Quindi anche le cose più piccole hanno il loro valore. Per comunicare l’idea di gesti ridotti si è scelto un animale piccolo come la mosca e il suo fegatino.
  7. ‘U rispettu è misuratu, cu lu porta l’avi purtatu“: questo modo di dire sottolinea l’importanza popolare del sentimento di rispetto, il quale non si concede senza criterio: esso è infatti “misurato”, ed è concesso a chi lo porta. Si tratta di una conseguenza, ma l’idea è che il rispetto deve venire da entrambe le parti in causa.
  8. Nìuru cu nìuru non tingi“: il proverbio indica il riconoscimento di una grande somiglianza tra due soggetti, al punto che nessuno dei due può averla vinta sull’altro e ogni tentativo sarebbe vano: “Il nero non colora il nero”. Si usa quando, dopo uno scontro senza risultato a favore di una delle due parti, si riconosce il degno avversario che si ha davanti e si opta per un accordo.
  9. Si lu giuvini vulissi e lu vecchiu putissi, non ci saria cosa ca non si facissi“: la frase gira attorno a due tipologia di forza: quella di volontà e quella fisica. Per poter compiere un’azione si necessita di entrambe ma spesso la prima è assente nei giovani e la seconda nelle persone più adulte. Di conseguenza, “se il giovane avesse la volontà e il vecchio la forza, non ci sarebbe azione che non si potrebbe portare a compimento”.
  10. Quannu l’amuri voli trova locu“: i siciliani sono davvero passionali ma anche molto schietti, per cui secondo la saggezza popolare, “quando c’è amore e si vuole fare qualcosa per la persona amata, si trova il modo di raggiungere il risultato per quanto lontano e complicato sia”.

Naturalmente, questi sono solo alcuni esempi della grande varietà di proverbi presenti nel dialetto siciliano, lingua resa peculiare anche grazie ai mutti tipici tramandati di generazione in generazione che tanto affascinano turisti italiani e stranieri. D’altra parte, per dirlo con le parole del popolo: “Cu’ voli puisia venga ‘n Sicilia“.

 

Martina Bianchi

Giornalista pubblicista con una laurea magistrale in Global Politics and Euro-Mediterranean Relations e una triennale in Scienze e Lingue per la Comunicazione, coltiva l'interesse per il giornalismo scrivendo per LiveUnict dal 2018 e coordinando la redazione da maggio 2022. Appassionata di lingue straniere, fotografia, arte e viaggi, ama scrivere di attualità, con un particolare interesse per i diritti e la storia.

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Martina Bianchi

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