Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il decreto relativo alle pensioni. Dal divieto di cumulo alle finestre di uscita, fino all'anzianità contributiva: tutte le misure contenute nel decreto quota 100.
Il Consiglio dei ministri ha appena approvato il decreto contenete le misure su reddito di cittadinanza e pensioni. Per quanto riguarda il fronte pensionistico le misure contenute nel decreto riguardano: età e contribuiti quota 100, il divieto di cumulo, le finestre di uscita, anzianità contribuita per uomini e donne, opzione donna e ape sociale, pace contributiva e riscatto laurea e fondi di solidarietà.
Con quota 100 si potrà conseguire il diritto alla pensione anticipata al raggiungimento di un’età anagrafica di almeno 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 38 anni. Il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2021 potrà essere esercitato anche successivamente.
La pensione con quota 100 non sarà cumulabile, fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia, con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui.
Chi, entro il 31 dicembre 2018, ha già maturato i requisiti necessari per accedere alla misura, potrà andare in pensione dal 1° aprile 2019. Chi invece li matura dal primo gennaio 2019 in poi andrà in pensione tre mesi dopo (1° luglio). I dipendenti pubblici, rispetto a questi ultimi, dovranno aspettare un mese in più: l’uscita per chi aveva già i requisiti gli scorsi anni è prevista per il 1° agosto, mentre chi matura età e contributi a partire al 1° gennaio dovrà aspettare sei mesi. Per la scuola la prima finestra sarà a settembre con domande entro il 28 febbraio.
L’accesso alla pensione anticipata sarà consentito se è stata maturata un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mese per le donne, con una finestra di 3 mesi. Si dovrà comunque attendere la finestra trimestrale, ma non è previsto l’incremento di cinque mesi che doveva scattare nel 2019.
L’opzione donna all’art 16 del decreto prevede:“Il diritto al trattamento pensionistico anticipato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 180, è riconosciuto nei confronti delle lavoratrici dipendenti nate entro il 31 dicembre 1960, e delle lavoratrici autonome nate entro il 31 dicembre 1959 le quali abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a trentacinque anni al 31 dicembre 2018.” Inoltre, sarà prorogato fino al 31 dicembre 2019 anche l’Ape sociale, l’anticipo pensionistico per alcune categorie di lavoratori.
Il riscatto laurea sarà in via sperimentale flessibile e scontato del 50% per gli under 45 che lavorano dal 1996. Si legge nel decreto: “In via sperimentale, per il triennio 2019-2021, gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti ed alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, nonché alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, e alla gestione separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e non già titolari di pensione hanno facoltà di riscattare in tutto o in parte i periodi compresi tra la data del primo e quello dell’ultimo contributo comunque accreditato nelle suddette forme assicurative, non soggetti a obbligo contributivo e che non siano già coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria. Detti periodi possono essere riscattati nella misura massima di cinque anni, anche non continuativi.
I fondi di solidarietà bilaterale potranno erogare un assegno straordinario per il sostegno al reddito ai lavoratori che raggiungono i requisiti di quota 100 nei successivi tre anni. Quindi si potrà accedere a questo strumento avendo almeno 59 anni di età e andare in pensione a 62 nel 2021.
Leggi: testo integrale del Decreto. Leggi anche: Reddito di cittadinanza 2019: requisiti e misure del decreto
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