Europhonica è il primo format radiofonico composto da giovani studenti che parla di Europa, in maniera semplice, veloce e a misura dei propri coetanei. Capo del progetto era quest'anno Antonio Megalizzi, l'italiano colpito da una pallottola nell'attentato di Strasburgo di martedì scorso.
Ci sono passioni, come quella di raccontare e di documentare — tramite un microfono, uno schermo o una penna — che diventano delle vere e proprie vocazioni. Una vocazione era per Antonio Megalizzi, il giovane italiano rimasto ferito nell’attentato di Strasburgo l’11 dicembre 2018 e scomparso qualche giorno fa. Il ventottenne, calabrese ma trapiantato in Trentino, aveva diverse esperienze lavorative in radio e, fortemente interessato al giornalismo e alla politica europea, si trovava in Francia per seguire le sedute plenarie del Parlamento. Purtroppo non ce l’ha fatta.
Il motivo per cui si trovava a Strasburgo si chiama “Europhonica”: un format originale e innovativo che nasce nel 2015 all’interno di RadUni, l’associazione che riunisce le radio e gli operatori radiofonici universitari italiani, interamente ideato e realizzato da redattori provenienti da diverse radio universitarie italiane. Oltre all’Italia, coinvolge altri cinque Paesi (Francia, Germania, Portogallo, Germania e Grecia) per raccogliere in tutto oltre novanta radio universitarie. Giunto ormai alla sua quarta stagione, l’obiettivo del progetto è chiaro: far conoscere l’Europa. Un’Europa raccontata da studenti e per studenti in un linguaggio accessibile a tutti.
Affrontando l’attualità politica, sociale ed economica e dialogando continuamente con i protagonisti dell’azione pubblica nazionale ed europea attraverso lo sguardo dei più giovani, Europhonica è il riflesso più brillante di quella che è stata definita negli ultimi anni la “generazione Erasmus”, della parte migliore di un’Europa che ha il grande merito di aver raccolto al suo interno una transculturale e dinamica rete di giovani provenienti da Paesi diversi. Giovani che, grazie alla voglia di informare e a una radio intesa come strumento privilegiato di comunicazione, provano a trasmettere un’idea di comunità che mai come oggi ha bisogno di essere incoraggiata e difesa, un’idea di Europa unita — come quella di Antonio — che va oltre i semplici slogan e punta al concreto.
“Qualsiasi tentativo di definire in qualche modo cosa sia Europhonica per me è vano. — racconta Fabiano Catania, Responsabile comunicazione e ufficio stampa di RadUni e redattore di Europhonica — In questi anni Europhonica è stata una seconda famiglia con cui confrontarsi quasi quotidianamente sui temi dell’attualità politica ma anche sui piccoli problemi della vita quotidiana. Siamo amici, non colleghi, e siamo accomunati dalla passione per la radio e l’Europa. È questo che abbiamo sempre cercato di fare tra mille difficoltà: raccontare l’Unione europea ai giovani. Un racconto per studenti da studenti. Europhonica è un’immensa opportunità per chi come me è curioso di conoscere il funzionamento delle istituzioni, vedere il luogo dove si prendono le decisioni, conoscere altri colleghi provenienti da tutta Europa, che condividono la voglia di raccontare storie attraverso la radio”.
Stessa idea per Benedetta Intelisano, redattrice nella prima stagione del format: “Europhonica è un gruppo di amici e di colleghi che si supportano e si stimano. Un agglomerato di idee e di entusiasmo che accoglie menti brillanti provenienti da tutta Italia. È una famiglia. È un gruppo di ragazzi che ha uno stesso e unico scopo nella vita: raccontare il mondo per come lo vedono i loro occhi. Raccontarlo in maniera pura, né oggettiva né mai soggettiva, con il desiderio di avvicinare i coetanei apparentemente assenti e disinteressati a un’altra forma di giornalismo: quello delle radio universitarie, del veloce ma chiaro, del breve ma mai carente”.
“Europhonica è l’impegno costante, settimana dopo settimana, nel cercare di fare la differenza in questo oceano di media in cui siamo costretti a navigare. — continua — È una redazione fatta di opinioni politiche differenti, di background e tradizioni di ogni dove, ma basata sul confronto pulito, intriso di passione e di voglia di imparare l’uno dall’altro. La parte migliore sono le discussioni vive e cariche di energia, tanto a parlare delle ultime news sulla crisi economica, quanto a ragionare su cosa sceglierebbe una persona del centro Italia tra un piatto di canederli e uno di arancini. Europhonica è lo specchio di quello che potrebbe essere il mondo di oggi: una pluralità di singole eccellenze unite, davvero, nella diversità”.
Antonio Megalizzi aveva grandi idee per il futuro del progetto e, dai suoi colleghi, è stato definito il “migliore”. La sua passione, il suo impegno e la sua idea di Europa, tuttavia, sono più vivi che mai nelle parole e nel lavoro instancabile di questi giovani che, da subito, si sono rimessi in moto, facendosi portavoce di un messaggio di speranza che merita di diventare un esempio per tutti. “In questi giorni siamo stati combattuti tra la voglia di fermarci e quella di andare avanti. — si legge sulla pagina Facebook di Radio Zammù, emittente catanese appartenente al circuito RadUni — Abbiamo scelto quest’ultima perché pensiamo che sia il modo migliore per contrastare la violenza del terrorismo, per vincere l’odio con l’amore, in questo caso l’amore per la radio, per il mondo dell’informazione, per la vita”.
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