All'interno di una società che non dona alla cultura lo spazio opportuno, nel centro storico di una città in dissesto finanziario, due giovani donne investono su una libreria antiquaria, la più antica di Catania: è la storia di un sogno condiviso dalle sorelle Maria Carmela ed Angelica e della rinascita della Prampolini.
Il 13 dicembre del lontano 1894, l’ufficiale di cavalleria Giuseppe Prampolini fonda la Libreria-Legatoria a cui donerà il cognome della prima moglie, “Tirelli”. Esattamente 124 anni dopo, i catanesi ringraziano quell’uomo così appassionato alla cultura per aver, forse inconsapevolmente, dato vita a un luogo storico della città. Già tra la fine del 1800 e l’inizio del secolo successivo, infatti, la futura Libreria Prampolini divenne centro ed emblema della fervida vita intellettuale di Catania: i suoi locali avrebbero presto assistito alla visita di Giovanni Verga, Luigi Capuana e Federico De Roberto e accolto un prestigioso cenacolo letterario.
Via Vittorio Emanuele, culla dell’attività fin dalle sue origini, fu testimone della fama ottenuta e, al tempo stesso, delle difficoltà riscontrate dai proprietari: se il secondo dopoguerra innescherà la sua crisi, la morte di Romeo Prampolini (figlio di Giuseppe) causerà una chiusura ventennale della libreria. Dopo l’attesa riapertura ed il susseguirsi di diverse gestioni, qualche mese fa la Prampolini finisce nuovamente sull’orlo del baratro, rischiando il fallimento decisivo. Sembrerebbe il triste epilogo di una bella storia eppure, grazie a Maria Carmela e Angelica Sciacca, altre pagine verranno scritte: le due sorelle già proprietarie della Libreria Vicolo Stretto, incantate dal primo istante dalle stanze della libreria ottocentesca, hanno deciso di acquistare l’attività.
“Studiando presso il Monastero dei Benedettini, a pochi passi da qui, ero già a conoscenza dell’esistenza della Libreria Prampolini ma una sola volta ho deciso di entrarvi — racconta Maria Carmela — L’ho ammirata davvero solo nel momento in cui, insieme a mia sorella, abbiamo deciso di intraprendere questa avventura. Se è vero che chi svolge il nostro lavoro viaggia per l’Italia e l’Europa ed è abituato ad ammirare librerie moderne, certo è che luoghi come questo sono divenuti davvero rari. È stato semplice lasciarsi trasportare dal fascino degli scaffali che, colmi di testi, toccano il soffitto.” Le due giovani imprenditrici hanno subito colto il valore di quell’edificio e sentito l’esigenza di mantenerlo in vita a tutti i costi: una scelta folle e coraggiosa che, in un’epoca di crisi per l’editoria, a tratti spaventa e spesso comporta difficoltà.
“Investire su un progetto del genere comporta parecchio, ma vale altrettanto — precisano le proprietarie — Rappresenta sicuramente un investimento economico importante e un notevole consumo di energie, considerando che gestiremo da sole due librerie dalle caratteristiche, dimensioni e capacità molto diverse: da una parte la piccola Vicolo Stretto, creata interamente da noi, dall’altra la Prampolini, cinque volte più grande e con un patrimonio librario significativo. Le difficoltà, tuttavia, rientrano in un percorso di crescita professionale. Crediamo che la cultura abbia una ripercussione d’impatto sull’ambiente circostante. È un investimento sul nostro futuro, su quello del quartiere e dell’intera città.”
Le due sorelle Sciacca donano un impulso positivo ad una città in ginocchio per via del dissesto finanziario, mostrando come mutare in possibilità un ostacolo. Qual è il loro segreto? “Una libreria antiquaria, se completamente immutata nel suo essere, rischia la fine. Sta al libraio — ci spiega ancora Maria Carmela — proteggere il patrimonio e renderlo spunto per la nascita di qualcosa di nuovo. Un libraio deve impiegare testa e cuore nella sua attività e trovare costantemente spunti, iniziative, mezzi innovativi: in questo modo una libreria può divenire anche un spazio di incontro ed aggregazione tra bambini, studenti o adulti.“
Una libreria che soffia più di cento candeline paradossalmente può essere il luogo preferito di questa nuova generazione, etichettata come disinteressata al settore: non utopia ma chiara volontà espressa da queste due donne, convinte che il passato grandioso della Prampolini possa comunque essere un punto di forza se esaltato attraverso mezzi moderni. “Non crediamo che i ragazzi siano disinteressati alla lettura, semmai utilizzano mezzi diversi che noi dovremmo imparare fruttare. — sostengono Angelica e Maria Carmela — Solo così potremmo ricondurre i più piccoli in luoghi di cultura come la nostra libreria. Organizzeremo dei gruppi di lettura e continueremo ad utilizzare i social: in questi sette anni, Facebook è divenuto fondamentale per far conoscere Vicolo Stretto e per inviare messaggi positivi.”
La nuova Libreria Prampolini, tinta di rosa, profuma di nuova e, ci auguriamo, lunga vita. Seppur con il suo pavimento scricchiolante e il pulviscolo sui libri, con valore esclusivo sa ancora tener testa alle grandi aziende dei centri commerciali degli anni 2000. “Io credo che nel centro storico di una città come Catania — conclude Maria Carmela Sciacca — la gente provi piacere e senta quasi il bisogno di entrare dentro una piccola bottega. Non si compra solo un prodotto ma si stringono legami con il ‘putiaru’ di fiducia, impensabili e per niente scontati altrove. Per tutti, qui, noi non siamo mai state delle semplici imprenditrici, solo ‘le ragazze’ “.
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