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Proteste nelle università per il numero chiuso, Crui: “I test sono necessari”

Tanti candidati e pochi posti disponibili: nelle università si registrano ancora malumori e proteste durante i test di ingresso per le varie facoltà.

Come ogni anno è proprio questo il momento in cui migliaia di studenti sono alle prese con il famigerato test (o più di uno nel caso si tenti l’ingresso in più corsi), e come sempre si registra un numero di candidati superiore ai posti disponibili per Medicina, Odontoiatria e Veterinaria.

Ma non solo, proprio ieri il test di ingresso per il corso di laurea in Lingue e letterature straniere all’Università statale di Milano ha fatto fioccare le prime proteste e l’Udu annuncia il ricorso al Tar. A Roma invece questa mattina è iniziato il tradizionale flash mob di protesta di fronte alla Sapienza. Anche in molte altre città italiane, compresa la stessa Catania, studenti e associazioni universitarie hanno protestato dinnanzi gli ingressi di università e centri dove vengono svolti i test d’ingresso.

Si calcola che saranno circa 83.127 studenti che tenteranno l’ingresso ai corsi di laurea per l’anno accademico 2018/2019, con il primato di domande per Medicina e Odontoiatria (67.005) e Veterinaria (8.136), il primo in crescita rispetto al 2017. Architettura si attesta al terzo posto con 7.986 candidati.Tuttavia la novità di quest’anno è l’aumento generale dei posti disponibili: 9.779 posti in Medicina (679 unità in più), 1096 Odontoiatria (+ 188), 759 Veterinaria (+ 104) e 7.211 Architettura (+ 388).

A far discutere è la generale riduzione delle possibilità di accesso dovuta sia al numero programmato nazionale sia dei corsi a numero chiuso per le singole università a livello locale.

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In risposta alle proteste sul numero chiuso, il presidente della Conferenza dei rettori italiani (Crui) Gaetano Manfredi, ha spiegato che la programmazione sembra essere un male necessario a causa delle poche risorse a disposizione degli Atenei che non possono far fronte alle esigenze per un numero spropositato di studenti, specialmente per gli aspiranti medici, il cui numero dei candidati è decisamente fuori scala. Maggiori investimenti da parte dello Stato sembra essere la via unica per aumentare i posti oggi disponibili.

 

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