Categorie: Attualità

Non è un Paese per stagisti: un disastro la nuova normativa siciliana

Indignazione dilagante tra i sindacati e gli stagisti: la nuova legge - approvata lo scorso luglio dalla Regione Sicilia - è stilata in maniera incomprensibile, lasciando così i giovani stagisti pieni di interrogativi senza alcuna risposta.

Cresce sempre di più la protesta del NIdiL, il sindacato dei lavoratori atipici della Cgil, che si rivolta nei confronti della nuova normativa di legge sugli stages extracurriculari. L’indignazione deriva dalla pubblicazione in maniera dozzinale della stessa, piena di errori non solo ortografici, ma anche di grandi buchi all’interno del proprio testo. Si parta dal fatto che la nuova normativa è composta da solamente tre pagine, poche a confronto delle 23 contate dalle linee guida; la brevità del documento è data dai molteplici rimandi che la legge stessa dà, non spiegando nel proprio testo ciò che essa detta, ma costringendo il tirocinante a dover ricercare da solo i punti d’interesse.

Sono veramente poche le informazioni contenute nel nuovo regolamento della Regione Sicilia: vengono confermate le retribuzioni (300 euro mensili) e le durate (fino a 6 mesi per i tirocini di formazione ed orientamento, 12 per l’inserimento e il reinserimento). Viene raddoppiato il numero dei tirocinanti ammessi per azienda; ad esempio, un’organizzazione di cui fanno parte cinque dipendenti a tempo indeterminato/determinato potrà assumere due tirocinanti al posto di uno, una dove vi sono dai 6 ai 20 impiegati, ne potrà assumere quattro al posto di due. Viene confermato, infine, l’obbligo di coerenza tra il tirocinio e il Repertorio delle Qualificazioni della Regione Siciliana, ovvero certi profili lavorativi che hanno determinati obiettivi, a partire dagli operatori agricoli fino ai programmatori.

A parte questo, le altre informazioni sono confuse, oppure non date. Non vi sono indicazioni sui soggetti ospitanti, dunque si devono tenere in conto le direttive precedenti; le assicurazioni rimangono le medesime, a cura dell’ente promotore del tirocinio, l’obbligo a non svolgere più tirocini allo stesso tempo permane. Segnalata solo tramite la legge del 2013, viene spiegata l’annotazione del tirocinio sul libretto, al completamento di almeno il 70% di esso. Curiosa invece la negazione della disposizione dell’INPS sulla corrispondenza dell’indennità del tirocinante che percepisce un sostegno al reddito, negata nella nuova legge. Viene infine aumentato il tempo d’interdizione dai tirocini, per i soggetti ospitanti e promotori, dai 12 ai 24 mesi, in caso di qualsiasi violazione da parte di questi ultimi.

Questa confusione, questo malcontento generale, va ad aggiungersi ai dati via via sempre più allarmanti sui tirocini in Sicilia: sono infatti calati dell’84%, passando dagli oltre 52mila stagisti a poco più di 8mila. Questo è dovuto all’esaurimento dei fondi della Garanzia Giovani, motivo per cui le aziende non attivano più tirocini. Le proteste, inoltre, si fanno sentire per via dell’indennità, sempre e comunque la più bassa d’Italia, e per il reinserimento e l’inserimento, con tempi troppo lunghi. I sindacati chiedono a gran voce una maggior vigilanza, delle migliori condizioni per i tirocinanti, che corrono ogni giorno di più il rischio di incorrere in stages che di lavorativo hanno poco, più vicini allo sfruttamento sottopagato che alla formazione di cui i giovani hanno sempre più bisogno.

Cristina Maya Rao

Classe '97, frequenta il corso di Laurea Magistrale in Scienze del Testo per le Professioni Digitali. Ama parlare di storia e cultura siciliana, ma anche di musica, arte, astronomia ed eventi: mentre scrive, impara sempre qualcosa di nuovo.

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Cristina Maya Rao

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