La Scuola Superiore di Catania compie i suoi primi vent’anni. Inaugurata oggi a Palazzo Centrale la mostra celebrativa dedicata alla storia dei successi della Scuola e alle generazioni di studenti e studentesse, che hanno contribuito a renderla l’importante centro di formazione che rappresenta oggi per l’Ateneo catanese.
Stamattina, nell’aula magna del Palazzo Centrale è stata presentata la mostra realizzata in occasione del ventesimo anniversario della Scuola Superiore di Catania. Un anniversario importante, che deve servire a ricordare la crescita che è stata fatta a partire da quel lontano 1998, quando la Scuola superiore è stata fondata. Una crescita significativa, testimoniata dalle eccellenze sfornate negli anni dalla Scuola.
“La mostra è una narrazione di questi vent’anni della Scuola – ha dichiarato ai microfoni di LiveUnict la prof.ssa Lina Scalisi, curatrice della mostra e coordinatrice della classe di Scienze umanistiche e sociali. Abbiamo inteso raccontare un’istituzione e farlo non è stato facile. Però è stata una scommessa vinta, insieme ad un team di ragazzi.”
Infatti, ci tiene a precisare la docente che si tratta di una mostra partita dal basso. Fornite le indicazioni sui macro temi da affrontare quali la storia e le storie, i luoghi, i volti, i simboli, la “galassia Scuola superiore”, la docente ha incaricato ai ragazzi di svolgere il resto del lavoro.
“Portarla a Palazzo Centrale ha un duplice valore – ha spiegato la professoressa. Qui è il luogo dove tutto è iniziato 20 anni fa, ma lo abbiamo fatto anche perché la memoria va condivisa con tutto l’Ateneo di cui la Scuola è espressione ma soprattutto con la città. Siamo convinti che i modelli di sviluppo che funzionano possono fare da agenti di contagio, una contaminazione: se noi lavoriamo in sinergia con il territorio, si crea una sorta di patto e collaborazione costante che giova ad entrambi.”
Il rettore Basile, che ha aperto la cerimonia di inaugurazione, ha sottolineato il valore della Scuola Superiore per l’Università di Catania, e facendo riferimento al suo ventesimo anniversario ha ribadito che: “La giornata di oggi è la continuazione di un percorso. Speriamo di fare sempre meglio. La multidisciplinarietà, il bagaglio culturale poliedrico che la Scuola riesce a dare, credo, si possa riscontrare in altri pochi esempi similari nella nostra nazione.”
Il Presidente della Ssc, Francesco Priolo, tornando indietro nel tempo, racconta come è nata la Scuola: “La Scuola Superiore di Catania veniva istituita nel 1998 su modello della Scuola Normale di Pisa. Un modello vincente, basato su merito, sui talenti e sulla residenzialità. Un modello basato sull’avvio precoce alla ricerca. La differenza è che alla Scuola Superiore di Catania si aggiunge anche il valore dell’interdisciplinarietà. La mostra di oggi è una mostra che non ricorda solo il passato, ma vuole guardare al futuro.”
Il professore Giuliano Amato, ex presidente del Consiglio e attuale giudice della Corte costituzionale, in prima persona ex allievo della Scuola superiore di Pisa sottolineato ancora una volta il valore della residenzialità “per il fatto di non essere condannato alla vita dello studente che affronta l’università e lo studio in modo solitario”. L’accesso ai percorsi formativi offerti dalle Scuole d’eccellenza, spiega il giudice, non deve essere precluso dallo status sociale degli studenti e delle famiglie, cosa che è avvenuta in passato. “Occorre rimuovere ogni tipo di ostacolo, per garantire sempre al merito di prevalere sulla provenienza sociale.”
Silvia e Simone, due ragazzi del team, che ha organizzato la mostra, ci hanno raccontato cosa ha significato per loro questa esperienza.
“Sicuramente è stato importante: per un allievo raccontare la propria storia ha voluto dire mettersi in gioco” – ha affermato entusiasta Silvia. “Non sapevamo da dove iniziare, perché bisognava tornare alle origini. E’ stato un viaggio all’indietro alla ricerca di materiale archivistico, documentario. Abbiamo scoperto la storia della Scuola raccontata dalle persone che l’hanno vista nascere e crescere”– racconta la studentessa che insieme al collega hanno realizzato nel corso dei mesi di preparazione della mostra diverse interviste al personale della scuola per ricavare più informazioni possibili. “Questa mostra fa da archivio storico per il futuro della scuola. Rappresenta un nuovo punto di partenza per la Scuola.”
“Far parte del team è stata un’esperienza unica anche dal punto di vista umano perché trovandoci insieme abbiamo dovuto collaborare e aiutarci reciprocamente per portare avanti un progetto comune. Tutto, ogni aspetto della mostra è stato pensato, scelto e progettato insieme. La cosa che ho preferito è stata proprio questa condivisione che si è venuta a creare tra noi”– ha raccontato Simone.
La prof Scalisi ha coordinato la mostra, ma ha lasciato carta bianca agli studenti, per permettere loro di decidere come realizzarla. Questo è ciò che hanno apprezzato di più gli studenti. “Vivere a contatto con persone che ti danno fiducia, che ti sostengono nelle tue scelte, è questa la cosa più bella di questa esperienza e della Scuola in generale” – ha affermato lo studente.
Certo, non sono mancate le difficoltà. “La parte più difficoltosa è stata dovere creare un archivio dal 1998, attraverso testimonianze, interviste e fonti di tutti i tipi. I primi mesi quelli della fase ideazione e di progettazione sono stati i più complicati” – ha confessato Silvia.
“Senza dubbio è stata un’esperienza positiva da tutti i punti di vista, con un grande valore formativo che ci ha permesso di assumere nuove competenze, nel passare da un campo all’altro dell’organizzazione della mostra, dalla progettazione, alla “architettura”, scenografia, grafica, storia ecc”– hanno concluso infine all’unisono i due studenti.
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