In attesa della finale di settembre, ai microfoni di LiveUnict parla Vincenzo Grasso, il ventenne catanese tra i cinque finalisti del premio Campiello Giovani 2018, concorso dedicato alla scrittura.
Un amore incondizionato per la scrittura e per la lettura: si chiama Vincenzo Grasso il giovane scrittore catanese ammesso alla finale del premio Campiello Giovani.
Il premio, come ci ha raccontato Vincenzo, “è un’opportunità molto importante per i giovani dai 15 ai 23 anni, in quanto permette loro di gareggiare e confrontarsi con i propri coetanei che condividono la stessa passione. Inoltre, essere giudicati da persone competenti in materia e vedere riconosciuto il proprio lavoro è davvero gratificante. A prescindere poi dal risultato, si tratta di un’esperienza davvero bella.”
Vincenzo ha 20 anni, ha frequentato il liceo classico “Spedalieri” di Catania e adesso sta studiando filosofia a Torino. Il suo amore per la scrittura, come ci spiega lui stesso, non è nato dal nulla: fin dall’infanzia, è stato sempre attratto dai libri, anche grazie agli stimoli dei suoi genitori e alla presenza di tantissimi libri in casa sua. “Il passaggio da lettura a scrittura è stato breve, naturale. Non ho mai smesso di crederci, mi è venuto spontaneo intraprendere questo percorso personale. Ho capito subito che era quello che mi faceva stare bene”- ha spiegato il giovane.
E, a quanto pare, Vincenzo ha talento da vendere. Lo scorso 20 aprile, infatti, la giuria del prestigioso concorso letterario, composta da specialisti di letteratura italiana contemporanea, lo ha selezionato tra i 5 finalisti che si contenderanno la vittoria il prossimo 15 settembre 2018. Si tratta dell’unico siciliano tra i selezionati, che, in caso di vincita, si aggiudicherà una vacanza studio in un paese europeo. In ogni caso, il suo racconto, insieme agli altri 4 elaborati finalisti, sarà raccolto in un’unica collana.
Vincenzo si dice abbastanza sorpreso di questo risultato: “Mi sono messo in gioco. Avevo partecipato già l’anno scorso, ma non ero arrivato in finale. Mi sono voluto dare una seconda chance però senza crederci troppo come magari ci avevo creduto l’anno scorso, che era la prima volta. Questa volta ero più tranquillo, e ci sono riuscito. Anche per questo forse è stato ancora più bello.”
Il racconto che ha permesso a Vincenzo di raggiungere questo traguardo è stato definito “disfunzionale”, tutto incentrato sulle vicende di una famiglia composta dal padre, un pittore molto celebre e autoritario, da sua moglie e da suo figlio. Ma quando la fama del pittore svanisce, tutto cambia: l’uomo si trova in una condizione sociale molto particolare e smette di essere un’autorità patriarcale. Egli non accetta una divisione dei compiti e, quando capisce che non riesce più a mandare avanti la famiglia, decide di porre fine alla sua vita.
Il titolo, “Bestiario familiare”, a detta dell’autore, è significativo.“Credo ci sia una profonda correlazione tra l’affettività nelle famiglie umane e l’affettività istintuale degli animali – spiega Vincenzo. Per me c’è un parallelismo: a volte si dimostrano i propri sentimenti all’interno del nucleo familiare così come lo fanno in natura gli animali, con un certo grado di forza e naturalezza di un mondo un po’ più selvaggio.”
Non ci resta che augurare il meglio a questo ragazzo, che sogna un futuro accompagnato dai suoi tanto amati libri. “Vorrei continuare questo percorso artistico ma non si può vivere solo di scrittura. Mi piacerebbe lavorare nell’editoria, a fianco ai libri. Se non davanti, come autore, nel retroscena. Questa è la mia strada” – conclude il giovane finalista.
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