Arriva dalla Sicilia - orgogliosamente - ma ormai da molti anni lavora in Turchia: uno scienziato catanese è pronto a mettersi in gioco, approfittando dei finanziamenti europei, per realizzare una cura sperimentale ad una malattia genetica più unica che rara.
Eccellenze siciliane ma lontane dalla Sicilia: l’ennesimo caso di fuga di cervelli dalla nostra Isola è rappresentato da Antonino Puglisi, quarantenne originario di Piano Tavola e residente da parecchi anni ad Istanbul. Prima delle esperienze all’estero, Puglisi si è laureato e specializzato in chimica, in particolare nel settore organico, presso l’Università di Catania, prima di volare verso l’Inghilterra per progetti ed ulteriori specializzazioni. Accanto alla propria attività ordinaria, inoltre, ha affiancato un forte interesse verso il mondo umano, da cui una serie di approfondite ricerche fino ad incrociare il settore della medicina, in particolare quello attinente alle malattie genetiche.
Nel proprio percorso, Puglisi si è infatti imbattuto in malattia rara, su cui ancora oggi le cure non sono rassicuranti: la Sindrome di Niemann-Pick di tipo C, con una forte incidenza soprattutto sui bambini. Come spiegato dallo stesso scienziato, raccontatosi sulle pagine de “La Sicilia”, la sindrome comporta una forte concentrazione di molecole di colesterolo nel cervello, che possono essere inibite solo attraverso la somministrazione di ciclodestrine. I disturbi possono essere gravi e in parte simili a quelli comportati dal morbo di Alzheimer in un soggetto adulto. Da qui la scommessa del ricercatore: creare una catena di polimeri cui unire le ciclodestrine, in maniera tale che esse possano essere “iniettate” nel cervello del paziente e quindi ridimensionare la presenza del colesterolo per avviare il soggetto affetto verso la guarigione.
L’ambizioso progetto di Antonino Puglisi non è destinato a rimanere solo un’idea: la Commissione Europea ha infatti sposato la causa, concedendo allo scienziato la borsa di studio intitolata a Marie Curie, come segno di riconoscimento ed approvazione per i migliori progetti di ricerca indipendenti e che prevede un finanziamento di circa 145 mila euro per due anni al fine di sviluppare i progetti sperimentali in questione. Il catanese può dunque contare – fin dal 1 aprile – su un concreto supporto economico per la propria ricerca, oltre che su un’equipe di validi ricercatori che collaboreranno all’interno della stessa Università di Istanbul, in cui Puglisi lavora attualmente. Per chi ogni giorno – oltre che scommettersi per il proprio lavoro, per la propria passione e per il proprio futuro – si scommette anche per la vita degli altri, magari affinché divenga migliore, non si possono che augurare le migliori fortune e soddisfazioni.
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