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Catania, dove è finita la ZTL? Nel centro storico è sempre la stessa storia

Passano gli anni, ma certe cose sembrano non cambiare mai. È il caso della Ztl, la zona a traffico limitato disposta nel cuore del centro storico catanese, dove la circolazione dei veicoli a motore dovrebbe essere soggetta a strette limitazioni, fatta eccezione a residenti ed autorizzati.

Vi siete mai chiesti come sarebbe Catania, se il centro storico non fosse invaso dalle auto? Vi siete mai immaginati che aspetto avrebbero le vie del centro se la ZTL fosse realmente rispettata? Forse si o forse no, poco importa, visto che nella realtà di ogni giorno, quando non arrivano politici o personaggi illustri in visita da fuori, tutto resta immutato.

La ZTL, che rientra nelle misure a favore di una mobilità sostenibile per la città a Catania, esiste da anni ma solo sulla carta. Nel novembre 2014, la Ztl Bellini, istituita a ridosso di Piazza Bellini, era stata introdotta in fase sperimentale per la durata di un mese. All’epoca vennero posti ai varchi d’accesso dell’area dei presidi della Polizia Municipale per il rispetto della Ztl. A partire dai mesi successivi, però, quando la ZTL venne istituita regolarmente, i sistemi di videosorveglianza situati ai varchi d’ingresso di via Landolina e via S.Agata non entrarono mai realmente in funzione, e persino i presidi della Polizia Municipale scomparvero.

Nonostante le ripetute promesse all’avvio del sistema di videosorveglianza entro il 2015, la ZTL di fatto non è mai stata una zona a traffico limitato e continua ad essere anche oggi una zona di libero transito. Lo scenario più sconcertante, segnato dal totale abbandono delle istituzioni, riguarda proprio Piazza Bellini e le vie limitrofe.  Il traffico e la sosta selvaggia di veicoli non autorizzati, che circolano indisturbati in particolare nelle zone di Piazza Bellini e via Teatro Massimo sono diventati la normalità, anche se di “normale” in questa situazione c’è ben poco.

Piazza Vincenzo Bellini, quella che doveva essere il fiore all’occhiello della città, cuore pulsante del turismo ma anche della movida catanese, così come un luogo di passaggio per molti studenti dell’università, non è il luogo che ci si immaginava dovesse diventare. Realizzando la Ztl e in particolare definendo la zona come strada pedonale, si immaginava di poter fruire di un’area alla portata del pedone. Invece, non essendo state in alcun modo avviate misure di controllo adeguate, la zona è rimasta quello che era prima. È rimasta cioè una zona dove è il pedone a dover porre attenzione mentre cammina, per non rischiare di essere investito dai veicoli. A tutto questo si aggiunge il degrado causato dal continuo traffico dei veicoli che danneggia la pavimentazione in basolato che caratterizza la zona.

Lo scopo della Ztl dovrebbe essere quello di mantenere in sicurezza aree del centro storico durante gli orari di maggior affluenza di pedoni, mantenendo bassi i livelli di inquinamento nelle zone centrali, tramite il divieto a veicoli non autorizzati di accedere all’area. In molti casi, inoltre, l’istituzione di zone a traffico limitato adeguatamente accompagnate da parcheggi per le auto situati al di fuori di esse ha permesso un incremento dello sviluppo economico. Basti pensare che, recentemente a Palermo è stata predisposta con successo la pedonalizzazione di una delle vie principali della città, via Maqueda. Perché allora a Catania non si riesce a fare rispettare la Ztl? Sono ormai 4 anni che i cittadini si fanno questa domanda. Perché fatta la legge si trova l’inganno?

 

Ingresso da via Rapisardi
Varco Via Landolina
Ingresso via Landolina

 

Sofia Nicolosi

Sofia Nicolosi nasce a Catania il 16 settembre 1997. Laureata in Relazioni internazionali, sogna di poter avere un futuro nel giornalismo e nella comunicazione in ambito europeo e internazionale. Dopo la scrittura e lo storytelling, le sue grandi passioni sono i viaggi e lo sport. Tra i temi a cui è più legata: i diritti umani e i diritti sociali, l'uguaglianza di genere e la difesa ambientale. Contatti: s.nicolosi@liveunict.com

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