In Italia, più di 3 milioni di persone convivono quotidianamente con il diabete, un numero esorbitante che corrisponde al 5,5% delle persone e al quale si aggiunge quello di coloro che non sanno ancora di averlo. Le dimensioni del problema sono sicuramente esorbitanti, e se è vero che, soprattutto nell’ultimo decennio, la mortalità legata al diabete è scesa del 20% circa grazie a farmaci innovativi e a una forte prevenzione, è anche vero che i malati di diabete – soprattutto tra i più giovani – aumentano sempre di più: si stima che, nel 2030, le persone con diabete saranno più di 4 milioni.
Le cause di tale aumento sono numerose e chiaramente di varia natura: abitudini alimentari scorrette, obesità, stili di vita sempre più sedentari, invecchiamento della popolazione, predisposizione genetica, fattori ambientali. Al di là di ciò però, pare che la base del problema risieda altrove e più precisamente nel fatto che, ancora oggi, si tratta di una malattia poco controllata e sottovalutata. Per comprenderne meglio la natura e scardinare qualche pregiudizio, abbiamo raccolto le testimonianze di chi ogni giorno convive con il diabete. Ai microfoni di LiveUnict, Valentina M. e Valeria L. ci hanno raccontato la loro esperienza.
Che impatto ha il diabete sulla vita di una persona e quali sono i disagi che una persona diabetica vive nella realtà di tutti i giorni?
Valentina: “Quello tra me e il diabete è un dolce amore che dura da 17 anni, oramai. Quanto ci sia di Mister Diabete in me? Dopo una vita insieme, credo molto. Oggi disponiamo di tutti gli ‘strumenti’ che rendono possibile un buon controllo glicemico e una vita sana e, soprattutto, flessibile, ma chi ha il diabete deve calcolare ogni mossa. Vivere con il diabete significa misurare la glicemia, calcolare le unità di insulina da iniettare, calcolare la quantità di CHO (carboidrati) da ingerire ogni giorno. È bassa. È alta. Non importa chi sei, cosa fai, dove sei. Sono circa 1460 iniezioni di insulina, 2600 controlli, circa 120 cambi di set, in un anno. Questo è il diabete. E non siamo né medici, né infermieri. Siamo ragazzi, adulti, bambini, genitori che sostituiamo un organo vitale. Vivere con il diabete significa cavalcare l’onda dei 300 durante gli esami scolastici o in seguito ad uno studio preoccupato e assiduo o a relazioni critiche. Anche l’andamento del ciclo mestruale influenza la glicemia! La prima cosa che ti dicono è che è una malattia cronica. Ma i problemi si affrontano e si ‘risolvono’. Il dolore di ieri è la forza di oggi, mi ripeto sempre. Il diabete è anche un’opportunità. Senza, forse, non sarei cresciuta, né avrei saputo chi sono.
Valeria: “L’impatto è stato traumatico. Devi cambiare radicalmente stile di vita, convivere con un ospite indesiderato, capire come gestire qualcosa che cambia di continuo. La terapia deve sempre essere rivista e i fattori che possono influenzare il fabbisogno di insulina sono molteplici. Una lotta continua. Il segreto è non stancarsi di lottare, non dargliela vinta. Questa continua sfida poi per una persona diabetica diventa una filosofia di vita. Fin da subito, ho voluto dimostrare a me stessa e a gli altri che nonostante il diabete si possono raggiungere risultati importanti: sono migliorata nello studio, nelle relazioni… Il diabete mi ha reso quella che sono e paradossalmente devo ringraziarlo. Lo ringrazio anche per lo stile di vita che mi ha costretto ad adottare”.
Oggi ci sono moltissimi pregiudizi e discriminazioni nei confronti dei diabetici. È colpa della disinformazione sull’argomento?
Valentina: Sì, c’è ancora troppa ignoranza sul diabete ed è pericolosissima perché può anche uccidere. I diabetici possono condurre una vita normale e attiva: possono fare sport, viaggiare, pensare al futuro. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno sono alcune dosi giornaliere di insulina, una corretta alimentazione, attività fisica e il buon senso di chi ci circonda. Basta informarsi per scoprire che il diabete mellito, se ben curato, non è una condizione invalidante. Sai che c’è chi crede che un bambino con diabete non può andare in gita scolastica? Sai che qualcuno pensa ancora che un ragazzo con diabete non possa fare sport agonistico? E se ti dicessi che ci sono giovani a cui non danno un lavoro solo perché hanno il diabete? Il diabete oggi si gestisce benissimo. Le iniziative di informazione e di sensibilizzazione devono essere un contributo per abbattere il muro dell’ignoranza e accrescere la consapevolezza sociale sui problemi del diabete giovanile. Mi piace definire il diabete una condizione, non una malattia. Il diabete non è una vergogna né un handicap.
Valeria: “Vista la diffusione a macchia d’olio, capire cos’è il diabete oggi è un’esigenza. Quello che chiediamo è più conoscenza e sensibilità. Le discriminazioni si presentano in ogni ambito: lavorativo, sportivo o scolastico, ma si possono combattere con più conoscenza”.
Il diabete è sempre più in aumento e i numeri non sono incoraggianti. Cosa si potrebbe fare in questo senso?
Valentina: “Esiste una medicina magica per il diabete, lo previene nelle persone a rischio e aiuta a tenerlo sotto controllo, ritardando così la comparsa di complicanze: si tratta dell’esercizio fisico, che attualmente è la prescrizione più ignorata fra tutte le raccomandazioni degli specialisti. L’abbandono della sedentarietà è pero solo il primo passo. Un’alimentazione sana variata e moderata e attività fisica sono il segreto per vivere a lungo e in salute. La parola chiave è pertanto prevenzione. Molti studi clinici di prevenzione del diabete di tipo 2 dimostrano che comportamenti quotidiani corretti come alimentazione equilibrata e attività fisica regolare consentono di prevenire la progressione da ‘prediabete’ a diabete. Ignorare questa ‘sfida’ significa mettere in conto una drammatica crescita delle più serie complicanze, per non parlare del ruolo oramai conclamato del diabete nell’insorgenza di infarti, di ictus e malattie cardiovascolari.”
Valeria: “Il diabete coinvolge troppe persone e rispetto a questo smisurato coinvolgimento troppo poco fa ancora la sanità, soprattutto in Sicilia. La chiave di tutto è informazione e impegno, anche e soprattutto a livello politico“.