In piena sessione d'esame, non sempre far utilizzo di caffeina è la miglior soluzione ai problemi di stanchezza mentale e fisica degli studenti. Molteplici studi scientifici ci spiegano come.
Quando si studia, il bisogno continuo di quasi ogni studente universitario (in crisi e non) è un break accompagnato da un caffè, bevanda “salvifica” per chi è consapevole di avere di fronte a sé ancora molte ore di studio. Eppure, per quanto possa sembrare sacrilego dirlo, la caffeina non è sempre la soluzione alla propria stanchezza. Essa dà sicuramente una piccola carica, un picco di attenzione che però è destinato a scemare, creando così il loop studio – caffè – studio e così via.
Che fare, dunque? Studi scientificamente provati danno delle soluzioni alternative, alcune delle quali quasi ironiche, ma realmente funzionanti. Di seguito, alcune di esse.
L’alimentazione sana, la masticazione in generale è un ottimo aiuto per il cervello. Una delle sfide più ardue in un periodo particolarmente stressante è saper bilanciare i livelli di zuccheri nel sangue. Infatti, se un basso livello porta ad un affaticamento precoce, un livello troppo alto al contrario crea una sonnolenza insuperabile, micidiale per i propri studi. Cosa consigliano allora gli esperti? Sicuramente, pasti leggeri ma nutrienti, o snack “energetici”: tra di essi troviamo pane tostato ed avocado, burro d’arachidi e sedano, carote ed hummus. Consigliato altresì l’utilizzo di legumi, al fine di evitare le carenze di ferro. Naturalmente, questo va a fianco dell’idratazione continua: bere acqua è fondamentale per una buona circolazione del flusso sanguigno. E se non si avesse fame? La scienza suggerisce anche solo un chewing – gum, attivatore di alcune parti del cervello.
Quando mangiare non aiuta, è il momento giusto per uscire un momento all’aria aperta. Stare lontani per un pochino dallo schermo del proprio PC ha senza dubbio un effetto benefico per gli occhi, meno affaticati e “annebbiati” dalla luminosità eccessiva. La luce intensa, suggeriscono gli studi, attivano l’ipotalamo, che regola i ritmi circadiani del corpo. Inoltre, respirare profondamente all’aria aperta riduce ansia e stress, oltre a servire a trasportare più velocemente l’ossigeno per tutto il sistema. Passeggiare velocemente aumenta il flusso delle endorfine, creando una situazione di rilascio della stanchezza e una “carica” per le attività a seguire.
Com’è che si dice? La musica è sempre una buona risposta. La scienza dà ragione a questa affermazione, suggerendo che ascoltare anche solo per un quarto d’ora le proprie canzoni preferite carica il cervello di dopamina, attivando anche serotonina e ossitocina. Una carica impossibile da battere! Inoltre, più varia la propria playlist più il cervello darà attenzione, non essendo abituato ad una selezione musicale routinaria. La scienza suggerisce anche.. Il ballo! Ballare sulla propria canzone preferita rende ancora più effettivi i benefici della musica. Resta solo da capire come e quando poterlo fare, se si è in una situazione di studio fuori da casa propria.
Strano ma vero: i celeberrimi video di gatti su internet aiutano a restar svegli. Incredibile anche solo pensarlo, recenti ricerche ancora in corso starebbero dimostrando che i livelli di stress ed ansia si riducano dopo la visualizzazione dei buffi pelosi, causando ilarità e un aumento del buonumore. Naturalmente, valgono tutti i video di animali, ma cosa più dei comportamenti strani dei mici di tutto il mondo fa sorridere anche solo per un attimo? Provare non costa nulla – potrebbe dare degli effetti sorprendenti da persona a persona.
Dunque, si hanno molteplici soluzioni in sostituzione alla caffeina. Certo, essendo frutti di studi scientifici potrebbero non dare a tutti il risultato sperato, costringendo così a ritornare al proprio break caffè e di conseguenza allo studio “matto e disperatissimo”, per dirla alla Leopardi, studente in crisi del suo tempo. Non bisogna scordarsi però che quando tutto non funziona, è il caso di farsi una bella dormita. Il riposo aiuta la memorizzazione, oltre che ad innalzare lo stato d’attenzione generale. Quale soluzione attirerà di più?
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