Prosegue la contestazione dei docenti delle università italiane, che hanno proclamato un nuovo sciopero con astensione dagli esami. Le ultime comunicazioni da parte del Movimento.
L’avvertimento era arrivato nei mesi scorsi, dopo il primo sciopero che aveva coinvolto i professori delle università italiane nella sessione autunnale 2016/17. Il Movimento per la Libera Dignità della Docenza Universitaria ha proclamato ufficialmente una nuova astensione dagli esami universitari.
“Nella legge di Bilancio 2018 – scrive il prof. Carlo Ferraro, docente del Politecnico di Torino e guida del Movimento – non riscontriamo risposte soddisfacenti allo sblocco definitivo delle classi e degli scatti sollecitato con lo sciopero dagli esami di profitto dal 28 agosto al 31 ottobre 2017; su tutti gli altri punti oggetto di questa proclamazione di sciopero non riteniamo che nella legge di Bilancio 2018 siano stati effettuati interventi significativi”.
Sarebbero queste alcune tra le motivazioni che hanno spinto il Movimento a proporre una nuova protesta, che questa volta si terrà dall’1 giugno e il 31 luglio 2018. Su tutto il territorio nazionale i docenti sono stati invitati ad aderire tramite email: si potrà firmare la lettera di proclamazione ancora per pochi giorni, poi si chiuderanno i termini.
Potrebbero dunque essere presto disponibili i nomi e i numeri dei primi firmatari che hanno deciso di proseguire lo sciopero. Tuttavia, si tratta solo di un modo per dichiarare ufficialmente di aver sposato questa causa: probabilmente infatti i docenti avranno la possibilità di partecipare allo sciopero anche in seguito alla chiusura dei termini, come è avvenuto per la protesta precedente.
Le modalità non sono cambiate rispetto all’ultima volta. Durante la sessione estiva, i docenti potranno astenersi solo per la prima data d’esame per tutti gli appelli previsti in quel giorno. Gli esami verranno spostati all’appello successivo, dato che ne deve essere assicurato almeno uno tra l’1 giugno e il 31 luglio 2018. Non è concessa nessuna astensione dei professori dalle sedute di laurea, mentre potranno essere istituiti appelli ad hoc per laureandi, studenti Erasmus, studenti con problemi di salute e studentesse in gravidanza.
L’annuncio è arrivato così in anticipo per permettere agli studenti universitari di organizzarsi in tempo, ma anche perché “questo Governo può ancora fare qualcosa prima delle elezioni, e affinché le parti politiche si esprimano nella campagna elettorale”, come si legge nella lettera di proclamazione.
Ricordiamo che, tra le richieste avanzate dal movimento, c’è la necessità di sbloccare per professori e ricercatori universitari gli scatti a partire dall’1 gennaio 2015 e non dall’1 gennaio 2016, come avviene attualmente. Così come si chiede anche di annullare una nota del Miur del 29 maggio del 2017, con la quale professori di prima e seconda fascia, assunti nel periodo 2011-2015, sono stati assoggettati al blocco delle classi e degli scatti per quel quinquennio.
Gli interventi proposti riguardano anche gli studenti, per i quali si chiede che vengano stanziati 80 milioni di euro per “incrementare il ‘Fondo integrativo statale per la concessione delle borse di studio”. E, ancora, si chiedono maggiori risorse per la messa a concorso di 6000 posti rivolti a docenti associati e 4000 a professori ordinari.
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