Tra un business model e un’analisi di mercato, gli studenti del liceo "Archimede" di Acireale si sono confrontati con il mondo dell’impresa. Racconta l'iniziativa il prof. Faraci, presidente del corso di Economia aziendale all'Università di Catania.
È stata a lungo criticata e, spesso, si è trovata sulle pagine di giornali nazionali e non. Si tratta dell’alternanza scuola-lavoro, introdotta con la legge 107 del 2015, che ha portato gli studenti in piazza nei mesi scorsi. In tanti hanno dichiarato di non volerla praticare, denunciando casi di sfruttamento gratuito e sollevando dubbi sulla sua reale utilità. Sul versante opposto, però, ci sono anche esperienze positive che hanno permesso ai ragazzi di crescere.
Un esempio è quello del liceo “Archimede” di Acireale, protagonista del progetto “Start Up Impresa Simulata”, realizzato in collaborazione con il dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania. Tra un business model e un’analisi di mercato, gli studenti si sono confrontati con il mondo dell’impresa: questa volta, però, non sono andati solo in un’azienda, ma hanno provato a idearne una propria.
A raccontare il progetto ai microfoni di LiveUnict è il prof. Rosario Faraci, presidente del corso di Economia aziendale e coordinatore scientifico del progetto di Asl “Start Up Impresa Simulata”.
“Anziché inviare gli studenti in stage nelle aziende, – ci spiega il prof. Faraci – senza alcuna preparazione di base e con evidenti difficoltà logistiche poiché non tutte le aziende del territorio sono attrezzate per ospitare i ragazzi, abbiamo dato vita ad un percorso di impresa simulata, sulla scorta di quanto con buoni risultati abbiamo promosso nel nostro Ateneo per gli studenti universitari con Start Up Academy, Start Up Your Business e Start Cup Catania. Abbiamo cioè consentito agli studenti di acquisire skills spendibili sul versante della progettualità, del fare impresa, del lavoro in gruppo. Alla fine tutti sono stati in grado di progettare la fase di avvio di una nuova impresa”.
Il progetto è stato avviato tre anni fa insieme al preside del liceo Archimede, il prof. Riccardo Biasco. Sono stati 180 i ragazzi delle terze classi coinvolti in questa nuova esperienza formativa.
“Gli studenti hanno imparato cose utili e molto diverse fra loro. – continua il docente – Hanno capito innanzitutto che dentro la loro Scuola è possibile acquisire competenze trasversali e specialistiche, oltre alle conoscenze e alle abilità cui li abituano gli insegnamenti tradizionali. Hanno poi acquisito familiarità con gli strumenti del fare impresa in modo simulato, come il business model, la business idea o l’analisi di mercato. Hanno dimostrato di avere una grande padronanza nell’uso dei social media e delle tecniche di comunicazione in generale, avendo tra l’altro sperimentato la bellezza del Teatro d’Impresa con la professoressa D’Allura e l’attore-regista teatrale Antonio Caruso. Hanno acquisito una maggiore consapevolezza delle proprie capacità organizzative ed imprenditoriali, che non è cosa di poco conto. Si sono fatti conoscere all’esterno, diventando ambasciatori della loro Scuola, quando abbiamo organizzato alcune visite aziendali.”
Un’esperienza del genere non può, però, concludersi senza l’ispirazione giusta. Si è deciso di terminare il progetto con un viaggio studio, lo scopo è “conoscere da vicino come funzionano i veri ecosistimi locali per l’innovazione, perché il nostro territorio è sulla buona strada, ma ancora non è del tutto maturo”, precisa il prof. Faraci.
E così gli studenti “avendo imparato a fare impresa seppur in modo simulato” hanno lanciato una raccolta fondi tramite la piattaforma Schoolraising.it per finanziare il proprio viaggio: “Your Valence for Our Valencia”, “Andiamo a Berlino”, “Fly Up to Praga” sono i nomi dei progetti di crowdfunding, che rievocano chiaramente le tre mete scelte.
Da quando l’alternanza scuola-lavoro è entrata nelle aule italiane i pareri sono stati diversi e contrastanti, forse anche perché: “Con la ‘Buona Scuola’ di Renzi – ci spiega il Presidente del corso di Economia aziendale – è partita in fretta e male l’alternanza, perché non tutte le scuole erano attrezzate per portarla avanti, anche se nel Paese esistevano già da tempo virtuose esperienze di “transizione scuola-lavoro-scuola” che è l’optimum a cui tutti i buoni modelli di education secondo me dovrebbero tendere. Laddove l’alternanza è stata improvvisata ritagliandola in fretta e furia sulle esigenze degli istituti e dei loro Dirigenti scolastici, nell’ottica dell’adempimento e non del risultato, il costo più alto lo hanno pagato gli studenti, perché non è stata data loro l’opportunità di acquisire quelle competenze chiave di apprendimento permanente raccomandate dall’Unione Europea”.
“Quindi non mi sento di biasimare gli studenti quando sono scesi in piazza per protestare – conclude il prof. Faraci – anche se penso che molti di loro non abbiano ancora ben capito quale è lo spirito dell’alternanza. Io ritengo che ci siano esperienze virtuose di buona alternanza che vantano buoni risultati e meritano di esser portate a conoscenza di tantissimi, anche allo scopo di favorire un maggiore dialogo fra gli studenti, i loro docenti e le famiglie di provenienza. Al Liceo Archimede, nel nostro progetto, tutti questi step di dialogo li abbiamo rispettati e, conseguentemente, insieme ai ragazzi abbiamo sperimentato cose nuove e belle”.
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