Dibattito aperto sulla proposta del ministro dell’Istruzione di prolungare l’obbligo scolastico fino alla maggiore etĆ .
L’idea della ministra Fedeli ĆØ rivolta ai ragazzi “dispersi”, ovvero a quelli che lasciano la scuola senza un apparente motivo negli anni tra il primo e il quarto superiori. Sulla base delle stime del Miur per il 2016-2017 i ādispersiā ammontano a 70mila. L’obiettivo, dunque, ĆØ creare un sistema dell’istruzione che possa facilmente rilevale le falle, possa mantenere più a lungo i ragazzi tra i banchi di scuola, portandoli più vicini al conseguimento del titolo.
āBene in linea di principio, ma bisogna prima cambiare la didattica. Altrimenti non serveā ĆØ questa la risposta del mondo della scuola come ĆØ riportato su La Repubblica. āIn un sistema scolastico immutato estendere l’obbligo non mi pare possa cambiare qualcosa, anche se il principio di alzare il livello delle competenze ĆØ giusto. Sono più dell’idea che debbano essere gli studenti e le famiglie a trovare le motivazioni per arrivare al diplomaā, afferma Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli āOccorre, per questo, soprattutto investire sui docenti e la loro formazione per modificare una didattica ancora troppo tradizionale, fatta di lezioni dalla cattedra, interrogazioni dal posto e compiti a casaā.
Nel corso degli anni il tasso di scolaritĆ ĆØ passato da 68,3% nel 1990 al 93,1% nel 2014 al 93% nel 2005-06, con una parallela diminuzione dell’abbandono. Quanto alla dispersione scolastica, invece, in base ai dati Eurostat, era del 20% nel 2006 per passare al 13,8% nel 2016. “Il risultato rispetto alla dispersione scolastica ĆØ positivo, ma non sufficiente. L’abbandono ĆØ ancora troppo altoā afferma Luciano Benadusi, ex preside di Sociologia all’universitĆ La Sapienza. āL’obbligo ai 18 ĆØ cosa saggia, purchĆØ non si arrivi alla licealizzazione universale. La scuola superiore dovrebbe rafforzare i canali tecnico professionaliā.
Nel panorama europeo l’obbligo scolastico si attesta a 16 anni d’etĆ nella maggior parte dei paesi, ad esempio Spagna, Svezia, Norvegia e Regno Unito. Obbligo a 18 anni, invece, in Belgio, Portogallo, Germania, Paesi Bassi. A incoraggiare l’aumento dell’obbligo scolastico ĆØ anche uno studio svedese in base al quale un anno di scuola in più favorisce l’occupazione e determina un aumento salariale del 2% per le donne.