
I dati Almalaurea 2017 mostrano che i laureati in Scienze del Farmaco a Catania impiegano più tempo del previsto nel conseguimento del titolo. Inoltre, a un anno dalla laurea, neanche la metà di essi riesce a ottenere un impiego lavorativo.
Sono eloquenti gli ultimi dati forniti dal rapporto statistico Almalaurea 2017, che delinea con precisione le condizioni dei laureati a Scienze del Farmaco presso Unict. La ricerca, infatti, non si limita ad analizzare punteggi finali e tempi di laurea, ma traccia anche la situazione occupazionale dei neolaureati a un anno dal conseguimento del titolo.
Il primo punto che emerge dal rapporto, elaborato a partire da un campione di 734 intervistati, mostrerebbe tempi di laurea più lunghi del previsto. Gli studenti impiegherebbero, in effetti, una media di circa sette anni per l’ottenimento del titolo, nello specifico 4,9 per le lauree triennali e 7,8 per quelle magistrali a ciclo unico. I voti finali, invece, si aggirerebbero intorno a una media approssimativa di 98,4 punti su 110.
Non solo la laurea, tuttavia, viene ritenuta fondamentale dagli studenti di Farmacia, i quali scelgono spesso di imbarcarsi in un nuovo percorso di studi o in altre attività di formazione. Del 60,6% dei ragazzi che scelgono un percorso formativo post-laurea, la maggioranza preferirebbe svolgere un periodo di stage presso un’azienda, mentre altri prediligerebbero un tirocinio o un praticantato, o, ancora, una collaborazione volontaria. Pochi, invece, sceglierebbero di frequentare un master di primo livello o una scuola di specializzazione: una scelta dettata, probabilmente, dal non trascurabile costo della retta universitaria.
Ma quali sarebbero le prospettive occupazionali dopo la laurea? Secondo i dati appena il 35% dei neolaureati lavorerebbe, con una maggioranza consistente tra gli uomini, mentre gli altri si dividerebbero tra chi non è alla ricerca di un impiego e chi, al contrario, cerca un lavoro ma senza successo. È interessante notare, inoltre, come tra le diverse formule contrattuali spicchi quella del part-time (39,9%), mentre i contratti a tempo indeterminato si aggirerebbero intorno al 27,8% circa.
Ad assorbire la manodopera degli studenti di Scienze del Farmaco ci penserebbero le aziende private, in cui confluirebbe il 93% circa dei neolaureati, soppiantando di fatto il settore pubblico. Se tra le industrie più gettonate si trovano quelle chimiche ed energetiche, ben oltre la metà degli assunti lavora nel settore commerciale, mentre le aziende informatiche, di trasporti o pubblicità impiegherebbero solo una parte irrisoria dei laureati in Farmacia.
A conclusione dell’indagine di Almalaurea emerge, infine, un ultimo spunto di riflessione: quanto è formativa e utile la laurea in ambito professionale? Tra gli intervistati una parte consistente (circa l’81%) ha confermato l’efficacia della laurea ai fini lavorativi, considerando anche che essa è necessaria per legge in molti settori. Tuttavia, appena il 53,3% ha riscontrato un reale miglioramento nel proprio lavoro in seguito alla laurea, anche se una buona media degli studenti analizzati si ritiene abbastanza soddisfatto del tipo di impiego svolto
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