
In questo momento sono tanti a denigrare gli studi umanistici in quanto non offrono sbocchi occupazionali immediati dopo la laurea. Ma fra qualche anno le cose potrebbero cambiare: ben il 24% tra manager ed esperti di comunicazione indicano che in futuro le materie letterarie ed umanistiche saranno le più richieste.
Circa 500 manager di grandi imprese infatti si sono confrontati, esprimendo le proprie opinioni a questo proposito, nell’Osservatorio ExpoTraining “Il lavoro in Italia nel 2027“: il risultato di questo confronto avvenuto alla Fieradimilano sarebbe l’inaspettata rimonta degli studi letterari ed umanistici fra 10 anni, lauree richieste da grandi imprese e manager. QIuesta tipologia di studi rende le menti molto flessibili ed adattabili a molteplici situazioni, rende capaci di ragionare e riflettere su svariati ambiti ma soprattutto attiva le medesime aree neuronali stimolate dalle applicazioni tecnologiche e di impresa. Ovviamente queste capacità dovranno adattarsi ai tempi e alle nuove tecnologie, ma sussiste l’opinione che queste menti così flessibili saranno in grado di fare molto e che dunque meritano di essere rivalutate e sopravvalutate. Carlo Barberis, presidente dell’ExpoTraining, ha dichiarato che questi studi permettono anche di analizzare ambiti multidisciplinari, competenza finora sottovalutata ma che permetterebbe di ottenere grandi risultati soprattutto durante i corsi di formazione.
Insomma, non bisognerebbe sottovalutare le capacità intellettive degli studenti umanistici, in quanto sebbene questi studi possano apparire contrapposti alla modernità e al futuro, in realtà possono integrarsi perfettamente ed essere molto d’aiuto.
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