Quanto conta il ruolo dei genitori nelle scelte universitarie dei giovani? Il background familiare è così incisivo come riportano alcune statistiche? Anche LiveUniCT ha fatto un sondaggio tra i suoi lettori.
Il rapporto morboso tra genitori e figli, si sa, è un cliché tutto italiano, e il ritratto dei giovani italiani che, ormai da qualche anno, ci viene presentato dai vertici ministeriali del nostro Paese e dai media nazionali e internazionali non è esattamente lusinghiero: giovani indolenti che vivono nella bambagia anziché camminare con le proprie gambe, e genitori che fungono da supporto economico fino a tardi e che spesso decidono al posto dei figli.
Per quel che riguarda l’ambito universitario, i dati Almalaurea ci dicono che il background familiare è fondamentale nel percorso universitario e nella vita lavorativa dei giovani e che il giudizio dei genitori è più influente di quanto pensiamo. Ma quanto è possibile generalizzare? Anche noi di LiveUniCT abbiamo somministrato un rapido questionario ai nostri lettori, analizzando un campione di giovani universitari tra i 20 ai 30 anni.
Dando un’occhiata all’ultimo rapporto Almalaurea, si osserva che il background familiare dei laureati del 2016 ha una forte influenza sulle scelte universitarie dei figli e, in particolare, per quel che riguarda l’opportunità di completare il percorso di istruzione universitaria: un numero cospicuo di laureati proviene da contesti familiari privilegiati dal punto di vista socio-culturale. Scendendo nel dettaglio, possiamo notare come tale contesto culturale e sociale della famiglia di appartenenza incida anche sulla scelta del corso di laurea: i laureati provenienti da famiglie con livelli culturali più alti hanno scelto più frequentemente corsi di laurea magistrale a ciclo unico (il 44% ha almeno un genitore laureato) rispetto ai laureati che hanno optato per un percorso “3+2” (26% per i triennali e 30% per i magistrali).
Secondo i dati raccolti da LiveUniCT, invece, il background formativo dei giovani non è così influente, o almeno non sembra esserlo da un punto di vista strettamente pratico. Il 76% dei lettori che ha risposto al nostro sondaggio ha dichiarato di non avere nemmeno un genitore in possesso di un titolo universitario, mentre il restante 24% ritiene che avere uno o entrambi i genitori laureati non abbia influito affatto sulla decisione di proseguire con gli studi universitari. Alla domanda, poi, su quanto abbia pesato il giudizio dei genitori sulla scelta del corso universitario, più del 50% degli intervistati ha risposto “poco” e la maggior parte di essi ha dichiarato di aver scelto in piena autonomia e senza pressioni il corso da seguire, sebbene spesso i genitori non fossero d’accordo. Qualcuno simpaticamente ha risposto di aver persino cambiato corso di laurea senza che i genitori ne siano al corrente. Solo il 20% afferma di essere stato influenzato dai genitori per ragioni pragmatiche: il corso consigliato dai genitori aveva più sbocchi lavorativi rispetto a quello scelto inizialmente dallo studente.
La maggior parte dei giovani che ha risposto al nostro sondaggio, però, nonostante ritenga che i figli debbano scegliere in autonomia il percorso di studi da seguire, confessa che il supporto e l’approvazione dei genitori ha un certo peso: più del 70% ammette che rendere fieri e orgogliosi i propri genitori è uno degli obiettivi principali in ambito universitario ma, più in generale, nella vita. E, dal nostro sondaggio, emerge che la principale ragione è la condizione di dipendenza economica dei giovani dalla famiglia: la maggior parte dichiara, infatti, di sentirsi in qualche modo in dovere e responsabile nei confronti della propria famiglia, cercando nel piccolo di ripagare i genitori per sacrifici fatti. I consigli dei genitori, poi, purché non siano invasivi, sono fondamentali per circa l’80% dei nostri intervistati.
Il contesto familiare, quindi, risulta importante ma forse non così tanto da influire pesantemente sulle scelte di vita dei giovani. Il background formativo innegabilmente incide sul modo di approcciarsi a determinati ambiti, soprattutto a quello lavorativo, ma sembra che seguire le proprie inclinazioni sia ancora la parola d’ordine, anche in tempi incerti come il nostro.
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