Ci siamo mai chiesti quanto i fattori esterni alla nostra personalità possano influire sulla felicità di ognuno di noi? L’American Journal of Epidemiology ha da poco individuato e reso noto lo stretto legame che intercorre tra l’utilizzo che facciamo di Facebook e il nostro stato di felicità.
Secondo gli studi americani dunque il social network ha il potere di gratificarci in alcune situazioni, in cui per esempio ci dà notorietà e popolarità a colpi di like e commenti positivi, ma ha anche grande influenza negativa sulle vite di noi esseri umani che, per quanto sempre connessi siamo comunque fatti di sentimenti. Ad occuparsi di questo studio, pubblicato sul Washington Post, sono stati Holly Shakya professore all’Università della California a San Diego e Nicholas Christakis, direttore dello Human Nature Lab a Yale. Essi hanno evidenziato quanto Facebook possa essere dannoso per la salute mentale e per farlo si sono basati sulle vite di 5. 208 adulti, le hanno monitorate attraverso le attività su Facebook per due anni, precisamente tra il 2013 e il 2015. Da questa accurata osservazione quotidiana di attività virtuali è venuta fuori una mappa sull’uso che i soggetti fanno del social, tenendo in considerazione il numero di like e la costanza con cui veniva aggiornato lo stato.
Il problema che rende Facebook elemento di sofferenza è la non corrispondenza tra l’attività di un utente sul social e la considerazione da parte della cerchia di amici, che si può mostrare con un numero di like talvolta insufficiente rispetto alle aspettative, generando così un calo di autostima e di amor proprio. In opposizione a questa teoria però si era precedentemente pronunciato il professor Robert Kraut della Carnegie Mellon University, che invece fa dipendere gli effetti di internet dalla quantità di tempo che si trascorre online. Questo significa che la qualità dipenderebbe dunque dalla quantità, di conseguenza chi riesce a raggiunge il numero di “mi piace” previsto per un post o una foto, gode di una “soddisfazione sociale” maggiore dell’1 e anche del 3% in più rispetto agli altri.
Gli studi sull’effetto dei social sulle nostre vite non si fermano mai, infatti negli ultimi due mesi ne è stato condotto uno su 1.787 utenti adolescenti americani e il risultato è stato disarmante: il senso di isolamento in continua crescita in questa fase d’età è dovuto anche all’utilizzo del social. Un altro studio condotto su 1.500 utenti adolescenti britannici ha riportato che i siti internet contenenti immagini hanno fatto aumentate il senso di inadeguatezza, unito a sentimenti di ansia, molto diffuso tra i giovani che, proprio dinanzi a immagini ai limiti della perfezione, colgono anche il loro più piccolo difetto. I ricercatori, per spiegare perché l’attività online sia dannosa, affermano: “La risposta è che sostituire interazioni personali dirette con i contatti on line può minacciare la salute. Quello di cui la gente ha davvero bisogno è di amicizie e di interazioni reali”.
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