Presidente della Scuola “Facoltà di Medicina”, nel 2012 è stato nominato dal Ministro della Salute membro del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Superiore di Sanità. Intervistato da LiveUniCT, ha parlato delle iniziative da realizzare qualora fosse eletto rettore.
Io penso che in una prima fase bisogna completare quello che ancora non si è riuscito a terminare, occorre intervenire su alcuni dati importanti per evitare la stasi che c’è stata negli ultimi tempi: programmazione triennale, nuovo consiglio d’amministrazione, programmazione ricerca, bilancio provvisorio. Successivamente il mio interesse è rivolto alla fruibilità dell’università per gli studenti: occorre rivedere il problema delle aule, dei laboratori didattici, dei tirocini degli studenti, delle strutture. L’internazionalizzazione va implementata per studenti e ricerca, dobbiamo migliorare gli scambi sia interdisciplinari che con l’estero per migliorare la qualità della ricerca. Ma occorre anche valutare la nostra macchina amministrativa: abbiamo un numero elevato di dipendenti nel personale tecnico-amministrativo e il supporto che l’università da ai docenti può essere certamente incrementato.
Noi soffriamo, viviamo in un territorio che non ha tantissime imprese importanti, per le università al Nord Italia è più facile. Però, abbiamo una serie di imprese con le quali dobbiamo stringere accordi e convenzioni, affinché gli studenti degli ultimi anni vadano a svolgere stage lì. Gli studenti devono farsi conoscere, perché se un domani questa azienda dovesse avere bisogno di aumentare il numero di impiegati potrebbe pensare ai ragazzi che hanno già conosciuto quell’ambiente. Tuttavia bisogna anche portare dentro l’università, organizzando seminari e cicli di lezione, i dirigenti delle aziende,concordemente con i docenti della materia. In tal modo i ragazzi possono capire meglio cosa si fa in quel tipo di azienda o ente, comprendere se è un campo che li può attrarre per un’occupazione futura.
L’organizzazione ultima col decentramento del personale nei dipartimenti sta andando bene. I dipartimenti si lamentano un po’ perché gli elementi di personale che hanno come risorse non sono sufficienti a svolgere tutti i compiti previsti, in qualche caso è così e quindi occorre meglio distribuire il personale tra il centro e la periferia. Però io, in prima istanza, desidererei fare è un censimento del personale, vedere in quali settori abbiamo carenza e in quali esuberi. Generalmente il personale preferisce stare nella sede centrale, ma le esperienze di chi è stato trasferito nei dipartimenti sono buone, perché si formano piccoli gruppi di lavoro.
La proposta è nata perché abbiamo avuto un calo degli iscritti negli ultimi anni. Questo calo può essere dovuto alla demotivazione dei nostri giovani, che preferiscono trovare lavoro, o alla migrazione, ma anche alla mancanza di attrattività, che si basa su qualità della didattica e offerta formativa: dovremmo riuscire a creare dei corsi che rispondono alle richieste dei nostri giovani e del territorio. L’Osservatorio deve valutare se l’offerta formativa è corretta, se all’interno di ogni corso di laurea ci sono gli ordinamenti formativi adeguati, perché in qualche caso possono essere rimodernati, inserendo materie più attrattive. L’Osservatorio deve valutare quella che è la qualità della didattica. Deve studiare la situazione e dettare i correttivi.
La mia candidatura nasce in concerto con altri docenti e direttore di dipartimenti, abbiamo discusso dopo la rinuncia a candidarsi del rettore Pignataro e abbiamo scelto di porre una candidatura unitaria: è stata scelta la mia persona. Ho creduto che fosse corretto fare vedere alla comunità didattica che la mia candidatura non nasce da me come singolo ma da un gruppo. Il nostro gruppo esprime la mia candidatura come rettore, ma gradisce anche che ci sia un prorettore di altre discipline, di area umanistica. Nelle figure di rettore e prorettore, cerco di rappresentare tutti gli ambienti, sia quello scientifico che quello umanistico. Io ho voluto scegliere il prorettore, non ho ancora indicato quelli che saranno i delegati del nostro statuto, non l’ho indicato perché in questo momento mi sto confrontando con tutti gli ambienti e tutti i dipartimenti. La scelta la vorrei fare dopo aver conosciuto tutti.
I programmi per alcuni versi sono simili. Io ho puntato diversamente dagli altri su alcune cose, sull’internazionalizzazione della ricerca, secondo me è anche importante dare l’opportunità ai nostri docenti di andare fuori e ai docenti dell’estero di venire in Italia. Leggendo il programma degli altri, mi pare di aver posto più attenzione alle esigenze degli studenti, l’ho messo al primo punto perché sono la nostra utenza. Ho pensato in particolare all’Unict Identity Card, per docente e per studente, che consente di risvegliare lo spirito di appartenenza e di avere agevolazioni, grazie a convenzioni che faremo per trasporti e altri ambiti. Io punto molto sulla terza missione, il contatto col territorio è fondamentale. Noi dobbiamo aprirci, ci si deve aprire anche al Mediterraneo noi potremmo essere il faro del Mediterraneo. Ad esempio un’idea, che non è scritta nel programma, è quella di creare un master sui professionisti dell’accoglienza, molto richiesta. Occorre aprirsi al Mediterraneo, all’Europa cercando di incentivare gli scambi e i progetti di ricerca, tenendo conto della centralità dello studente nel nostro Ateneo.
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