Cronaca In Copertina

CATANIA – Aggressione medico al Vittorio Emanuele, prof. Foti: “Tutelare gli operatori di pronto soccorso”

La sera di Capodanno un medico, che prestava servizio al pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele”, è stato aggredito per non aver fornito i dati di una paziente ricoverata. In seguito all’aggressione, è stato costretto ad abbandonare Catania.

“Scioccante, increscioso e inaccettabile – commenta la vicenda il prof. Foti, candidato per le elezioni di rettore dell’Università di Cataniadi per sé, l’episodio dell’aggressione, peraltro in un contesto urbano notoriamente degradato come quello di via Plebiscito; ancora più triste e inaccettabile l’epilogo della ‘Fuga per sicurezza’, consigliata, a dire della vittima, dalle stesse forze dell’ordine. E appare altrettanto avvilente e ‘sacrilego’ che il fatto sia avvenuto in una struttura appunto ‘sacra’ quale è l’ospedale; per di più, un ospedale universitario, nel quale non solo si prestano assistenza e cure ai malati, ma in cui si fa ricerca per migliorare le cure e le prestazioni sanitarie e per formare studenti e specializzandi. Nessuna forma di rispetto istituzionale, di “pietas”, è dunque riuscita minimamente a scalfire l’orrida grettezza degli aggressori”.

“Da cittadino – spiega il prof. Foti – da docente universitario e da candidato rettore, esprimo la mia ferma condanna nei confronti del gruppo selvaggio di aggressori, certo che la Magistratura saprà provvedere con la giusta punizione. Esprimo, altresì, la mia più totale solidarietà nei confronti del dott. Rosario Puleo, il mio più profondo apprezzamento e la mia incondizionata stima per il coraggio e per lo spirito di abnegazione da lui mostrati nella vicenda, non senza provare, però, rabbia e disagio per una città che non riesce a gestire criticità da sempre note e mai debellate, né ad apprestare idonee misure di tutela nei confronti di chi continua rigorosamente a fare il proprio dovere. A fronte di episodi, tutt’altro che isolati, come quello occorso al dott. Puleo, non ci si può trovare a dovere suggerire la fuga come strumento di tutela”.

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“Non v’è dubbio che occorre – conclude – piuttosto, potenziare immediatamente, soprattutto nelle aree cittadine a maggior rischio, la tutela degli operatori di pronto soccorso con idonee misure di vigilanza e protezione, attraverso una immediata e adeguata concertazione tra le istituzioni cittadine interessate, ossia Comune, Questura, Prefettura, Direzione generale delle varie aziende ospedaliere interessate e Rettorato, per ciò che in specie riguarda il Policlinico-Vittorio Emanuele. Diversamente, da candidato rettore, sto seriamente riflettendo sull’opportunità di sottrarre docenti e specializzandi dalle attività emergenziali di pronto soccorso, ove non coperti da adeguata protezione nelle varie strutture integrate ospedaliere-universitarie in cui si trovano a prestare la loro attività”.