Oltre 5o mila iscritti all’Università di Catania. L’Università più antica della Sicilia è anche un “mega ateneo” che, purtroppo, si trova spesso in fondo alle classifiche delle università italiane. Al di là dei criteri presi in considerazione, quali sono gli aspetti dell’Ateneo catanese che potrebbero essere migliorati?
Le critiche più costruttive non possono che giungere da chi vive a stretto contatto col mondo universitario, per cui abbiamo dato spazio alle proposte di professori e studenti dell’Ateneo.
“Sono convinto che un modello di Università Capovolta – ci spiega il prof. Faraci, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese e presidente del corso di laurea in Economia Aziendale – nello svolgimento della didattica sia più al passo coi tempi e avvicini maggiormente i giovani universitari al piacere dello studio e al desiderio di apprendere che spesso, involontariamente, noi docenti spegniamo subito in loro perché ancorati a metodi tradizionali di fare lezione e organizzare le prove di valutazione. Sulla falsariga della “flipped classroom” sperimentata con successo nelle Università americane e adottata anche da alcune scuole medie inferiori e superiori persino in Italia, la “logica capovolta” consiste nello studiare in aula e nell’assistere alla lezione a casa. Ora detto così, potrebbe significare qualcosa di sovversivo. In realtà, si tratta di guidare in modo diverso i processi di apprendimento degli allievi. A casa lo studente deve essere indotto ad imparare in modo autonomo, non in maniera preconfezionata. Quindi potrà fare uso di piattaforme web, di social, di sistemi di e-learning, di video su youtube dove sono già stati predisposti dal docente alcuni contenuti sui saperi minimi necessari per superare l’esame”.
“L’aula invece – continua – sarà il luogo dell’apprendimento interattivo, dove studenti fra loro e col docente dialogano, dibattono, approfondiscono temi a partire da ciò che tutti conoscono già prima. Comprendo bene che il docente raddoppia così il proprio lavoro, sia nelle attività di back che di front-office e dovrebbe avere maggiore dimestichezza con molteplici strumenti di comunicazione. Ma il risultato di portare quanti più studenti agli esami e di stimolarli ad un apprendimento alternativo a quello tradizionale con effetti positivi sulla performance d’esame non ha prezzo. Senza contare le “code” di esami da fare che praticamente si annullerebbero del tutto perché, alla fine di ogni corso, lo studente è nelle condizioni di sostenere o completare l’esame”.
Nei prossimi mesi sono tanti i cambiamenti che potrebbero coinvolgere l’Università di Catania. A gennaio dovrebbero difatti iniziare le votazioni per il nuovo rettore dell’Ateneo catanese. E proprio su questa vicenda si sofferma il prof. Di Grado, ordinario di Letteratura italiana presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche.
“Le cose che chiedo al nuovo rettore – sostiene il prof. Di Grado – sono lo svecchiamento del corpo docente, in modo tale da poter aprire le porte ai giovani studiosi, la valorizzazione dell’autonomia della ricerca e la liquidazione della logica ‘aziendale’. Ma chiedo anche fluidità della leadership per evitare il confermarsi di vecchie e il formarsi di nuove ‘camarille’. Ci vuole, inoltre, severità nei confronti di didattiche arcigne e vetero-baronali, fino ad arrivare a stimolare con forme creative il protagonismo studentesco”.
Il punto di vista di un docente può essere differente rispetto a quello degli studenti, che hanno suggerito altri tipi di proposte, in base alla propria esperienza e alle difficoltà riscontrate.
“Mi piacerebbe – ci racconta Sofia, iscritta al primo anno di Scienze politiche – che ci fosse qualcuno disposto a dare maggiori informazioni su autocertificazione reddituale, prenotazioni agli appelli e borse di studio. Una sorta di tutor o consulente. Ho avuto molta difficoltà per alcune procedure, come l’autocertificazione. Non sapevo nemmeno come funzionavano le borse di studio, per questo non ho presentato la domanda in tempo. Anche per le materie, vorrei ci fosse qualcuno che spiegasse come si svolgono appelli, quali modalità ci sono per prove intermedie e altre cose che ridurrebbero la confusione delle matricole”.
La maggior parte delle annotazioni invitano a riflettere sull’organizzazione del sistema universitario. Gli studenti sottolineano l’importanza di introdurre maggiori appelli, la possibilità di far accedere agli appelli straordinari delle materie degli anni precedenti anche gli studenti in corso. Qualcuno parla anche di meno burocrazia e più semplificazioni per normali procedure accademiche. Ma queste sono solo alcune delle proposte avanzate da docenti e studenti, in seguito LiveUniCT mostrerà altri punti di vista.
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