Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, dopo i risultati del Referendum della scorsa domenica e l’elevato numero di “No” espressi in Sicilia, ha pubblicato nel suo blog una lunga lettera.
Per Faraone quella che si è appena coclusa è stata una “sfida democratica” e si assume le responsabilità di quanto è accaduto, allo stesso modo del Premier Matteo Renzi che, durante il suo discorso al termine del referendum, ha annunciato le dimissioni assumendosi le sue responsabilità. Faraone ha, infatti, scritto: “Se guardo ai dati della mia regione, la Sicilia, la sconfitta assume contorni ancora più clamorosi ed inequivocabili. Matteo, da grande leader qual è, si è assunto la responsabilità e la totale paternità di questa sconfitta e ha deciso di lasciare palazzo Chigi, con coerenza e determinazione. Io ho condiviso questa scelta e naturalmente in questa scelta c’è anche la mia di assunzione di responsabilità, in quanto componente del suo governo“.
Le parole di riflessione di Faraone si pongono come una chiara riflessione della situazione in cui verte l’Italia e la Sicilia, in questo caso specifico, in questo periodo.
Di seguito la lettera completa apparsa nel blog del sottosegretario.
Quella che l’Italia ha vissuto, e con essa la Sicilia, è stata una grande sfida democratica. È stato bello essere al fianco di Matteo Renzi in questa importante battaglia per il Paese. Ci sono sfide in cui credi, che senti di dover combattere perché sei convinto di essere dalla parte giusta anche se sai di avere tutti contro.
È stato bello essere al fianco di tante donne e uomini che ci hanno creduto, che hanno pensato di poter vincere questa partita. E invece l’abbiamo persa. Nettamente e senza attenuanti. Se guardo ai dati della mia regione, la Sicilia, la sconfitta assume contorni ancora più clamorosi ed inequivocabili. Matteo, da grande leader qual è, si è assunto la responsabilità e la totale paternità di questa sconfitta e ha deciso di lasciare palazzo Chigi, con coerenza e determinazione. Io ho condiviso questa scelta e naturalmente in questa scelta c’è anche la mia di assunzione di responsabilità, in quanto componente del suo governo. Ho rispetto per chi manifesta una idea anche contraria alla mia e si batte per quella idea, ma non mi piacciono i sostenitori del No del giorno dopo, quelli che hanno deciso di non giocare la partita referendaria, ergendosi a vincitori soltanto a risultato acquisito. Non mi piace chi ha detto di aver giocato la partita, salvo poi sottolineare di non essersi impegnato, in fondo, così tanto. Frasi pronunciate quando il Sì aveva già perso nettamente.
Io ci sono stato in quel campo da gioco, non ho evitato nessun tackle e sono uscito con la maglietta intrisa di sudore e con addosso i segni della sconfitta. Me ne assumo pienamente le responsabilità. Ho incontrato centinaia di cittadini, ho conosciuto sindaci e amministratori straordinari, ho visitato aziende e conosciuto esperienze straordinarie di solidarietà. Sono orgoglioso di aver fatto parte di un governo che non ha deciso di galleggiare, ma di affrontare e tentare di risolvere tutte le più importanti questioni, lasciate aperte in questi anni. La legge sul dopo di noi e la legge sull’autismo sono quelle che più mi hanno riempito il cuore. La legge sulla buona scuola, la più travagliata. Gli interventi per l’occupazione e lo sviluppo, principalmente nel mezzogiorno e in Sicilia, gli interventi di cui mi sono fatto carico maggiormente. Sono stato parte di questa esperienza, con limiti ed errori ma ne vado fiero. Vado fiero del 40% delle primarie del 2012, quando, anche lì contro tutti, decidemmo di sfidare Bersani. Vado fiero del 40% con cui vincemmo le europee del 2014. E come ha scritto benissimo Luca Lotti, ora ripartiamo con maggiore forza da questo 40%. Abbiamo perso una battaglia, ma la sfida per il cambiamento non si ferma qui. Tornare al voto al più presto, credo, sia ormai necessario.
“Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza. Per ogni fine c’è un nuovo inizio.” (Antoine de Saint-Exupéry). Grazie ancora a tutti quelli che ci hanno provato e un abbraccio forte ai tanti che come me e con me si rimetteranno in cammino perché non rinunciano alle proprie idee e pensano che queste possano cambiare il mondo.
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