Chi ha avuto la fortuna di crescere con i nonni sin da bambini sa bene quanto la domenica sia un momento, non solo di aggregazione familiare, ma anche di riscoperta di tradizioni; uno sciorinare di racconti, aneddoti, profumi e colori d’altri tempi. Importantissimo non perdere il bagaglio che ci lasciano i più grandi e continuare a tramandarlo, cominciando proprio dai piatti tipici siciliani che non potete non conoscere!
Si tratta di quelle ricette un po’ “ad occhio” che non capirete mai le dosi e che “come la nonna non le sa fare nessuno”, ma voi provate, anche nella vostra umile dimora catanese da fuori-sede è possibile preparare un piatto siculo a dovere.
Noi ci siamo cimentati nella preparazione dei cavati col sugo di maiale; tipico piatto della cucina ragusana, i cosiddetti “cavatieddi” sono un formato di pasta fresca fatta a mano. Lasciandoci guidare dalle mani esperte di un’amica modicana, olio di gomito e allegria abbiamo preparato il nostro piatto siculo da fuori-sede e non era niente male!
Ingredienti per la pasta (per 8 persone):
Ingredienti per il sugo:
Procedimento:
Per impastare vi serve un piano da lavoro ampio e pulito, il tavolo della cucina andrà benissimo. Fate una fontana con la farina, aggiungete il sale e rompetevi dentro le uova. Per l’arte d’impastare si rimanda a “osservare le nonne/le mamme/chi lo sa fare”. Usate un po’ d’acqua a temperatura ambiente qualora l’impasto risultasse non lavorabile ma non esagerate o sarà impossibile farlo asciugare. Fate una sorta di palla liscia e lasciatela riposare sotto un canovaccio per mezz’ora.
Nel frattempo preparate il sugo; fate imbiondire la cipolla in olio d’oliva, quindi rosolate la carne, salatela leggermente (la salsiccia farà la sua parte), aggiungete l’estratto di pomodoro e infine la passata. Lasciate sobbollire fin quando il sugo si restringerà (minimo 2 ore se avete fretta!).
Per realizzare i cavatieddi vi consiglio di organizzarvi in gruppo (queste ricette elaborate e dai tempi lunghi andrebbero sempre fatte insieme a parenti e/o amici). Spezzate innanzi tutto un pezzo di pasta dalla massa lasciata riposare e create un lungo vermicello con le mani. Non dev’essere né troppo grosso né troppo sottile; tagliatelo in cilindretti e per dargli la forma giusta utilizzate una forchetta (esiste un attrezzo specifico, ma dubito che ne siate provvisti in quel di Catania!). Passate il cilindretto di pasta sulla forchetta facendo pressione con un dito e trascinandolo dalla base verso i rebbi. Organizzandovi come una piccola catena di montaggio finirete presto; infarinate i cavati leggermente e lasciateli asciugare per un paio d’ore sotto un canovaccio pulito.
Fate bollire l’acqua in un’ampia pentola, salatela e tuffatevi i cavati. Quando verranno a galla attendete 5 minuti e poi assaggiateli; per la cottura non vi sono tempi stabiliti, dipende da quanto grossi li avete fatti. Una volta cotti conditeli con il sugo e una spolverata di caciocavallo ragusano DOP (o grana padano per i palati più delicati, ma non ditelo ai ragusani!).
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