A Milano, lo scorso 27 settembre, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha preso parte ed è intervenuto all’inaugurazione della mostra “Beyond: Delivering the future for the past 110 years”, tenutasi in occasione della celebrazione del 110imo anniversario della nascita del Gruppo industriale internazionale Salini-Impregilo. Rivolgendosi direttamente a Pietro Salini, il capo del grande gruppo che si occupa della realizzazione di opere complesse e infrastrutture, Renzi ha lanciato una “sfida in positivo” a completare uno dei progetti italiani più discussi, quello del Ponte sullo stretto di Messina.
Secondo il Presidente del Consiglio, infatti, la costruzione del Ponte, il cui progetto è fermo da circa 10 anni, non soltanto può creare fino a 100mila posti di lavoro, ma può rappresentare soprattutto un’opera infrastrutturale utile per avvicinare la Sicilia e per togliere la Calabria dal suo isolamento. Salini ha raccolto la sfida di Renzi e si è dichiarato pronto e disponibile al completamento del Ponte, una volta che i problemi di ordine burocratico e politico saranno risolti.
Le obiezioni, però, non sono tardate ad arrivare. Dal web il leader del M5S, Grillo, attacca Renzi, convinto che il Ponte sullo stretto sia un’opera dispendiosa, che è già costata agli italiani 600 milioni di euro, ma soprattutto inutile, trattandosi di una zona ad alto rischio sismico. Ha espresso il suo disappunto anche il sindaco di Messina, che lamenta la grave arretratezza del sistema di trasporti siciliano: ferrovie ancora a binario unico e a gasolio ed autostrade che restano spesso chiuse per frane rendono difficili gli spostamenti sul territorio siciliano. Secondo il sindaco di Messina, Renzi dovrebbe occuparsi di questioni di gran lunga più importanti rispetto alla costruzione del Ponte, ed è lo stesso che afferma in qualche modo anche la Presidente della Camera, Laura Boldrini: “Il ponte non è una priorità, occorre invece per prima cosa che l’Italia esca dalla crisi e raggiunga una crescita economica, in particolare al Sud”.
Del resto, l’opinione degli studenti catanesi non è poi così diversa. Siamo stati in giro a fare una chiacchierata con loro e i commenti sono tanti e diversi. Molti di loro, rifacendosi a quanto affermato dal Sindaco di Messina, vorrebbero che gli 8 miliardi di euro fino ad ora preventivati dal governo Renzi per la realizzazione del Ponte venissero utilizzati in primis per migliorare, se non addirittura per riformare, tutto il sistema ferroviario siciliano. Infatti, al momento il sistema è del tutto inefficiente e rende difficili e lenti gli spostamenti anche tra i due maggiori capoluoghi siciliani Catania e Palermo, per non parlare tra le piccole città o i paesi. Sembra, dunque, che quello dei trasporti in Sicilia sia un problema ancora assai sentito e che richiede al più presto una soluzione.
C’è poi chi sostiene che “il Ponte, come ogni cosa, ha i suoi pro e i suoi contro”. Tra i vantaggi, sicuramente si guadagnerà nel tempo impiegato a percorrere lo stretto, che sarà nettamente inferiore se percorso in macchina, piuttosto che in traghetto. Ma a proposito di traghetti, che fine farebbero tutte quelle persone impiegate in questo settore se il Ponte dovesse essere costruito? E ancora, sarebbe davvero più conveniente l’attraversamento dello stretto in macchina o i costi del pedaggio sarebbero alla stregua o soltanto minimamente inferiore a quelli di una traversata in traghetto? Questi sono certamente soltanto alcuni dei dubbi e delle domande che in parecchi si pongono.
Tuttavia, la domanda reale che si cela dietro tali incertezze è: “Vale veramente la pena costruire un ponte, come quello di Messina, in un periodo così delicato per l’Italia?”
“Il Ponte non è una priorità” è il leitmotiv ripetuto da tutti. E ognuno fa delle proposte, delle alternative al Ponte, in cui dovrebbero essere stanziati questi miliardi di euro. Una lista lunghissima che vede ai primi posti sempre i medesimi nomi (Sanità, Scuola, Trasporti e Servizi) a riprova del fatto che i ragazzi siciliani, come il resto dell’Italia, avvertono con maggiore urgenza i problemi di cui il Presidente del Consiglio, forse in questi giorni di grande fermento intorno al tema del referendum costituzionale, sembra aver dimenticato.
Altri ancora, credono che il rilancio del progetto del Ponte sia invece un’astuta mossa di propaganda politica, proprio in vista dell’imminente votazione; che lo sia o no, però, tutti sembrano d’accordo sul fatto che non sia il momento adatto per la realizzazione di quest’opera. Ma, in fin dei conti, sostengono “siamo stati per tanto tempo senza il Ponte, e come abbiamo fatto a spostarci finora, seppur con dei disagi, continueremo a fare!”
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