Un ragazzo, molti bambini, un sogno, un unico sorriso, un’unica felicità, un unico coraggio: Andrea Caschetto è questo e molto altro. Abbiamo avuto il piacere di incontrarlo la scorsa estate e di conoscere meglio la sua storia, il suo viaggio nel mondo, alla scoperta di orfanotrofi e di bambini.
Da quell’intervista, Andrea, ha vissuto molte altre esperienze, e attualmente è in giro per vari istituti scolastici per raccontare la sua esperienza di vita. Prossimamente verrà anche pubblicato il suo primo libro.
Tra le varie esperienze che ultimamente lo hanno coinvolto, risale a qualche giorno fa, il discorso presso la sede Onu, a New York.
Tra gli altri italiani, presenti lì, anche Andrea Pirlo ed Enrico Letta. Il discorso di Andrea Caschetto all’Onu è pieno di forza, energia, positività ma soprattutto di autenticità. Il suo è un linguaggio che parte dal cuore per arrivare dritto al cuore di chi ascolta. «Parlare inglese, con la consapevolezza che non avrei mai dovuto imparare nemmeno una lettera, è stata una vittoria, soprattutto perché ho dimostrato come per parlare non servano schemi, discorsi impostati o già preparati, ma bisogna parlare davvero con il cuore.» Questo è ciò che dichiara Andrea Caschetto a LiveUnict.
All’età di quindici anni, Andrea, ha affrontato un delicatissimo intervento al cervello. Nonostante ciò, nonostante i danni alla memoria e tutto ciò che un intervento del genere può provocare, riesce a conquistare, nella sua vita, tantissime mete. E tantissime persone. Compresa anche tutta la platea presente all’Onu, che dopo il suo discorso, si è alzata per una standing ovation. «E’ stato qualcosa di assolutamente inaspettato – sostiene – e sicuramente il momento più bello e più emozionante di tutto il percorso all’Onu».
Andrea, sulla sua pagina Facebook, inserisce tra gli incontri più belli durante la sua esperienza all’Onu, quello con Andrea Pirlo, noto calciatore italiano. Pirlo è un ricordo legato a un momento ben preciso, successivo all’operazione di Caschetto. «Dopo un anno dall’operazione, quando l’Italia ha vinto il mondiale, vedere in Tv la maglia di Pirlo e successivamente tutta la squadra della Nazionale è stato qualcosa che mi ha colpito in quel momento e che ricordo ancora oggi. Quella vittoria, quelle emozioni vissute subito dopo la perdita dell’anno scolastico, a causa dell’intervento, mi ha dato molta fiducia. Lì per lì’ non avevo mai ragionato su questo ricordo. Poi col passare del tempo, ho capito perché mi aveva particolarmente colpito».
Ascoltando le esperienze di Andrea, leggendo ciò che scrive, guardando le sue foto in cui i sorrisi non mancano mai, si ha la sensazione di toccare con mano la felicità, come se fosse semplice, in verità, viverla, conquistarla e mantenerla. In fondo, se riuscissimo tutti ad aprire davvero, in maniera autentica e sincera il nostro cuore, senza inganni, incertezze di sorta, probabilmente raggiungeremmo più facilmente la felicità. Il segreto sta tutto lì: in quel muscolo che bisognerebbe semplicemente alimentare quotidianamente, dando la giusta importanza ai gesti, alle persone, alle vicende. Essere felici è una scelta. Andrea Caschetto ha scelto di esserlo, insieme ai meravigliosi bambini che hanno conquistato la sua memoria e il suo cuore.
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