Sono 6 le borse per dottorandi in Sociologia e Demografia saranno istituite dall’azione congiunta dei Ministeri dell’Istruzione italiano e francese per commemorare Valeria Solesin.
All’ultimo vertice italo-francese, tenutosi a Venezia l’8 marzo (data e luogo scelti simbolicamente), è stata annunciata la creazione di un dottorato di ricerca dedicato a Valeria Solesin, la 28enne veneziana che ha perso la vita per mano dei terroristi il 13 novembre 2015 al teatro Bataclan di Parigi. Il titolo ottenuto dai futuri studenti sarà valido in entrambi gli stati.
«Valeria era venuta in Francia per amore della vita e della cultura» aveva scritto il presidente Hollande in un messaggio di cordoglio alla famiglia giunto in occasione dei funerali. «Presentare le iniziative in suo onore a Venezia, in un bilaterale con i francesi, è un modo di ricordarla come presente ai nostri occhi e ai nostri cuori» ha ribadito il premier Renzi all’incontro.
Dopo le tante polemiche sui cervelli italiani in fuga, finalmente una “piccola” iniziativa voluta dall’università italo francese dà luce all’Italia e spazio ai giovani in un’atmosfera tutta internazionale. E a vivere la Francia Valeria ha iniziato davvero presto, partendo giovanissima da Trento alla volta di Nantes e ottenere così una doppia laurea triennale, cioè valida per le due università, in “Società politica e istituzione europea”.
È un onore per chi scrive ritrovarsi sulle sue orme, infatti chissà quante volte ha salito e sceso le scale delle due sedi dell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales per seguire il suo master (corrispondente alla nostra laurea magistrale) in “Sociologia e statistica”. Chissà se anche lei si recava alla Biblioteca Sainte Genevieve, di fronte al Pantheon dove riposano i grandi di Francia e di fronte all’Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne dove era dottoranda.
Valeria si occupava di comparare i fattori determinanti della fecondità in Francia e in Italia e spiegare il passaggio da uno a due bambini nelle famiglie francesi e italiane, un argomento non facile. «J’ai du caracter! (Ho del carattere!)» aveva detto alla sua co-direttrice di tesi Virginie De Luca Barrusse, «C’est parce que je suis italienne. (È perché sono italiana)».
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