Fumare una e-cig o una sigaretta tradizionale comporta le stesse conseguenze? La risposta arriva da un team di ricercatori italiani dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale (In-Cnr) e con essa sembrerebbe arrivare anche l’ennesima prova del business che si è creato con il commercio delle sigarette elettroniche da parte delle compagnie di tabacco.
I ricercatori dell’Università Statale di Milano e dell’Università di Modena e Reggio Emilia, lo scorso ottobre e dicembre, hanno osservato la differenza delle conseguenze che comportano le due pratiche di fumo.
I risultati sono stati studiati su un campione di topi maschi esposti ai vapori di nicotina.
Francesco Clementi, dell’In-Cnr, ha spiegato in che modo i topi sono stati sottoposti ai vapori di nicotina assunti attraverso le sigarette elettroniche.
Attraverso un ventilatore meccanico, i topi sono stati esposti al fumo di 21 sigarette o di vapori di e-cig contenenti 16,8 mg di nicotina. Ci sono voluti cicli di esposizione ai fumi lunghi sette settimane, tre volte al giorno per 30 minuti, per osservare gli effetti.
La somministrazione dei fumi corrisponde alla quantità di nicotina inalata da un fumatore medio.
I risultati hanno riportato i seguenti dati per quanto concerne le e-cig:
– danno una dipendenza da nicotina quasi identica a quella delle sigarette normali;
– creno un maggiore stato ansioso e comportamenti compulsivi, che si prolungano anche molti mesi dopo la sospensione;
– diminuiscono l’astinenza acuta e il rischio di tumore ai polmoni;
– le sostanze aggiunte nel vapore di nicotina delle sigarette elettroniche non sono note né codificate e che sarebbe pertanto necessario predisporre regole e controlli, affinché le sigarette elettroniche rappresentino una vera alternativa al fumo di sigaretta convenzionale e non un pericolo ancora ignoto.
Sembrerebbe, dunque, chiaro che le sigarette elettroniche, nate come alternativa salutare al tabacco, siano solo il frutto di una nuova strategia di business da parte delle compagnie del tabacco. Attraverso questo studio si potrebbero avvalorare le due ipotesi che mettevano in dubbio l’utilizzo della sigaretta elettronica. Alcuni studi americani dubitavano sulla capacità della sigaretta elettronica di far smettere di fumare e uno studio giapponese sosteneva che, se mal utilizzate, potevano essere 10 volte più dannose delle tradizionali.
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