UNICT – Incontro sul “nuovo ordine mondiale” post-napoleonico in Italia e nel Mediterraneo

Il ‘padrone di casa’ Metternich, lo zar Alessandro I, il prussiano von Humboldt, il duca di Wellington, l’abilissimo ministro degli esteri della ‘restaurata’ Francia  borbonica Charles Maurice de Talleyrand: duecento anni fa, nel castello di Schönbrunn, a Vienna, capi di Stato e influenti diplomatici dell’Impero austro-ungarico, di quello Russo, dei regni prussiano, britannico e francese ridisegnarono confini e monarchie dell’Europa continentale, immediatamente dopo l’accantonamento della lunga avventura napoleonica.

Le cinque potenze – animate dall’obiettivo di stabilire tutte insieme il nuovo ordinamento politico-territoriale del continente su un equilibrio politico che fosse garante della pace futura, attraverso il ricorso all’”ancien regime” – condizionarono pesantemente anche il destino della Penisola, che soltanto mezzo secolo dopo sarebbe diventata uno stato unitario, imponendo sovrani e reggenti in molti degli staterelli in cui era suddiviso il territorio italiano, nel quale spiccavano alla fine soltanto lo Stato Pontificio e i Regni di Sardegna e delle due Sicilie. “Il Congresso fu – osserva il prof. Giuseppe Barone, storico e direttore del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di Catania – una cesura periodizzante della storia internazionale”.

Proprio per analizzare i mutamenti territoriali dell’Europa e le trasformazioni delle relazioni diplomatiche e degli assetti politici nel Mediterraneo, determinate dalla nascita del nuovo ordine mondiale e dall’esordio della nuova politica emerso all’indomani del Congresso di Vienna, guardando in particolare alle vicende dell’Isola, si terrà da martedì 1° a giovedì 3 dicembre, nell’aula magna del dipartimento (Palazzo Pedagaggi, via Vittorio Emanuele 49), un importante evento dal titolo “Restaurazione e nuova politica. Il Congresso di Vienna e l’Italia”, organizzato dal dipartimento in occasione del bicentenario, nell’ambito del progetto Fir 2014 “Le relazioni pericolose. Sicilia e Mediterraneo tra conflitti e integrazione (XIX-XXI secolo)”.

Martedì alle 16 apriranno i lavori il rettore Giacomo Pignataro e il direttore del Dsps Giuseppe Barone. A seguire interverranno, tra gli altri, il direttore della Österreichisches Staatsarchiv di Vienna Wolfgang Maderthaner, i docenti Aurelio Musi (Università di Salerno) e Pinella Di Gregorio (Università di Catania) con relazioni sull’invenzione dell’Europa e il nuovo ordine internazionale, la crisi del mondo borbonico e gli umori siciliani.

Mercoledì 2 dicembre alle 9,30 saranno affrontate le questioni religiose negli anni di Vienna, i laboratori mediterranei e il destino dell’ex-regno d’Italia; alle 16 i lavori proseguiranno con le relazioni sulle rappresentazioni di Murat, sulle diplomazie rampanti, la geopolitica europea e la questione italiana. Tra i relatori, i docenti Vittorio Criscuolo (Università di Milano), Marco Meriggi e Renata De Lorenzo (Università Federico II di Napoli).

Giovedì 3 dicembre alle 9,30, l’ultima sessione dei lavori con relazioni sulle relazioni commerciali nella Sicilia del primo ‘800, sui modelli costituzionali a confronto, sul Mediterraneo “inglese”, sulle idee e linguaggi politici in Europa e l’ultimo Parlamento del Regno di Sicilia.

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