Dopo tre mesi Federica è riuscita nel suo intento, arrivando all’inaspettata cifra di 80.000 dollari! Una cifra da record raccolta tramite crowdfunding che le servirà per approdare in una delle più importanti università degli States e seguire il corso di Film Producing. Già, perché da anni il suo sogno è quello di fare la produttrice cinematografica.
La raccolta di fondi nasce ad aprile, nel momento in cui la Columbia University le spedisce un preventivo salatissimo: 87.684 dollari tra retta, tasse e spese vive. Da lì nasce l’idea della raccolta fondi telematica, quella che lei stessa ha chiamato la “Fede’s mission for Columbia“. Oggi mancano una cinquantina di euro al traguardo, ma è una vittoria per la giovane studentessa, che partirà a fine agosto per New York, lasciando la raccolta aperta alle offerte a tempo indeterminato.
Ci si può chiedere perché fosse così importante avere tutti quei soldi prima di partire, la risposta – come chiarisce Federica – è semplice: per entrare negli Stati Uniti la giovane deve dimostrare di poter pagare la retta del primo anno, inoltre negli Usa è illegale lavorare mentre si studia e Federica non si sarebbe potuta mantenere neanche continuando l’attività di baby sitter che ha svolto negli ultimi anni al servizio di una famiglia americana. Una seconda famiglia che la ospiterà per questi due anni americani, “mi vogliono bene, ormai sono una di loro”, ha dichiarato la ragazza.
Un altro quesito, non meno importante, ricade invece sulla scelta del trasferimento oltreoceano, non era possibile seguire lo steso corso di studi in Italia? Certamente, ma, prosegue Federica, “è solo lavorando all’estero che posso fare carriera a livelli alti. Cominciare in Italia vuol dire restare sempre allo stesso punto. Entri runner e resti tale per tutta la vita: produttori e registi, da noi, sono sempre gli stessi”.
Così Belletti si reca negli Stati Uniti una prima volta a gennaio 2014, badando la mattina ai bambini e alla casa presso cui operava come ragazza alla pari, e preparando la sera le domande di ammissione. Per la Columbia ha dovuto scrivere una sua biografia e tirare giù tre idee per rispettivi lungometraggi. Poi è stata chiamata per la prova finale: un’intervista col preside e una professoressa del corso.
Qualche differenza con l’ambiente universitario italiano già si avverte. Eccellenza a livello organizzativo, professori e addetti ai lavori rispondono via mail entro 24 ore, cosa del tutto improbabile nei nostri atenei, disponibilità professionale e soprattutto umana dei professori nei confronti degli studenti. Federica racconta di aver ricevuto un grande aiuto dalla preside della facoltà di Cinema, membro, tra l’altro, della commissione degli Oscar, nella raccolta fondi. È stato grazie a lei che la giovane ha ottenuto una borsa di studio di 15mila dollari. Fantascienza per l’Italia.
I successivi aiuti sono arrivati da tutte le parti del mondo, quasi tutti degli estranei per Federica: americani, cambogiani, israeliani, australiani. Ospite al programma Rai Effetto Estate Federica ha ricevuto tre importanti donazioni, da 5, 10 e 15mila euro, una di queste finanziata da un importante marchio made in Italy.
Sembra strano, ma l’intenzione di Federica è quella di tornare a casa dopo gli studi, “tra 20 anni vorrei avere una casa di produzione nelle Marche, che faccia un lavoro simile al Giffoni Film Festival, tra concorsi e progetti ad hoc per i ragazzi”.
Per adesso però non le resta che pensare ai “compiti per le vacanze”: 65 film da visionare, tra cui Papermoon, Vertigo, Umberto D., Lawrence d’Arabia, Il falcone maltese, Il decalogo di Kieslowski. Il sogno nel cassetto? “Vorrei produrre – racconta Federica – un film di Wes Anderson con Bill Murray e Ralph Fiennes.”
In attesa del grande inizio Federica lavora in un cinema multisala, fa i popcorn per poter ripagare un prestito di 800 euro, versati come garanzia dopo essere stata ammessa. E se non fosse stata presa tra i 24 selezionati da tutto il mondo? “Avrei cercato un lavoro qualsiasi per mettere insieme i soldi per andare all’estero. Ma, a primavera, avevo trovato solo per fare la cameriera il sabato sera”.
Non ci resta che augurarle una buona fortuna, ne ha avuta tanta, ma quella non basta mai.
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