Come riportato su Skuola.net, l’ultimo Rapporto sulla condizione studentesca 2015 evidenzia chiaramente come i fondi statali siano nettamente diminuiti, a differenza delle tasse che gravano sempre più pesantemente sugli studenti, in particolare la tassa regionale. Questa è versata al proprio ateneo al fine di garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti meritevoli in condizioni economiche particolarmente svantaggiose, stando all’art. 34 della Costituzione.
La tassa regionale è aumentata, ma i fondi statali sono diminuiti. Secondo il rapporto: “Si evidenzia come in media il 42,2% dello stesso diritto allo studio sia finanziato dagli studenti e un 23,6% dalla volontà delle regioni di inserire risorse proprie”.
Sono quindi gli studenti, principalmente, a pagare le proprie borse di studio.
In particolare, l’incremento della tassa regionale, è percepibile al Sud con un incremento del 100%: negli atenei di Reggio Calabria, Catanzaro, Campania, Puglia e Sicilia si è passati da un contributo medio di 70 € nel 2009, ad uno di 140€ nel 2014. Non sono da escludere, però, nemmeno le regioni più a nord come Lazio e Lombardia che, in soli 5 anni, hanno aumentato la tassa rispettivamente del 18,6% e del 40%.
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