Non solo lamentele in quel di luglio, causa sessioni di esami, ma anche ottime notizie che arrivano direttamente dalla forte sinergia professori-studenti.
Oggi, su LiveUniCt, una vera eccellenza: Esmeralda Calcullo, tra i vincitori del concorso nazionale a premio “Tesi di laurea in Numismatica – Pro Mario Traina”, bandito dall’Accademia italiana di Studi numismatici. Esmeralda, originaria di Agrigento, si è laureata in Lettere Classiche presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche del nostro Ateneo con il massimo dei voti e la lode, con una tesi proprio in Numismatica antica. La cerimonia di premiazione avverrà il 23 settembre 2015, a Taormina, nel corso del XV Congresso Internazionale di Numismatica. In quel giorno si saprà se Esmeralda si è classifica prima, seconda, terza e/o premi speciali. Un traguardo che sarà importante da un punto di vista personale e accademico, qualunque sia il gradino sul podio.
Esmeralda ha rilasciato per noi di LiveUniCt un’intervista molto particolare, spiegandoci quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a scegliere questo ramo così particolare e non consueto. Il tema delle “monete”, come spiega lei stessa, l’ha accompagnata in tutte le scelte importanti della vita, dalla vita accademica e professionale a quella privata.
A volte scegliamo strade che sembrano costruite proprio per noi. E’ questo il percorso della nostra collega, un invito a cercare sempre la strada giusta da percorrere, credendo in quello che si fa.
Ecco cosa ci racconta in questa intervista.
Come mai una tesi proprio su questo tema?
Le monete mi hanno sempre affascinato e in un certo senso perseguitato. Ricordo ancora il giorno in cui ho sentito per la prima volta la parola “numismatica”: ero alle scuole medie e non avevo la più pallida idea di cosa significasse. Incuriosita, sono andata a cercare e ho scoperto di cosa si trattava. Da quel momento, un po’ per scherzo, un po’ per accreditarmi agli occhi degli adulti, un po’ perché realmente quella branca mi incuriosiva, a chiunque mi chiedesse cosa volessi fare da grande rispondevo con orgoglio: “Studiare le monete!”. Poi, è arrivata la visita al British Museum che mi ha lasciato letteralmente senza parole (sono rimasta per un’ora intera a fissare la teca in cui erano esposte le monete di Alessandro Magno, quasi ipnotizzata). Dopo il diploma ho scelto senza indugio Lettere Classiche e mi sono iscritta proprio a Catania perché sapevo della sua importante tradizione di studi archeologici e, soprattutto, sapevo che la Numismatica sarebbe stata materia obbligatoria del mio piano di studi. Al terzo anno ho iniziato finalmente a seguire le lezioni e allora il mio rapporto d’amore con le monete ha trovato il suo suggello nel professore Guzzetta, una persona straordinaria che mi ha subito colpito per la passione travolgente che accompagnava le sue spiegazioni, rese uniche dalla sua ironia e dalla sua sconfinata cultura. Dopo il voto più che positivo all’esame e l’appoggio del professore, è iniziata per me una storia bellissima che ha visto crescere ulteriormente il mio amore verso la numismatica e che mi ha portato, ovviamente, a scegliere il professore Guzzetta come mio relatore. Come tema della mia tesi abbiamo optato per l‘iconografia del Sol Invictus nelle monete romane, un argomento che mi ha subito infiammato, e così nel Marzo 2014 è arrivata la Laurea. Se tutto ciò non dovesse bastare, è grazie a una moneta romana che, in un insospettabile sabato sera, mi sono innamorata del ragazzo con cui sto da 5 anni. Per gli scettici è solo un caso!
Nel corso della preparazione, chi ti ha aiutato nelle ricerche e, soprattutto, hai avuto difficoltà nella ricerca dei testi?
Ad aiutarmi, con costanza impagabile, dall’inizio alla fine del lavoro, è stato il professore Guzzetta. Non si tratta di retorica: si sente tanto parlare di professori che “abbandonano” gli studenti dopo la consegna del modulo di assegnazione tesi, di relatori vaghi e irraggiungibili, di docenti evasivi e scortesi che contribuiscono a rinfocolare l’ansia atavica dello studente prossimo alla laurea, che quando si incontra una situazione opposta è bene sottolinearla e condividere la propria esperienza. Nel caso specifico, ho imparato che una tesi in numismatica richiede una precisione e un metodo che non possono essere innati, ma devono necessariamente essere inculcati e insegnati con pazienza. E’ stato lui a guidarmi passo passo, spiegandomi tutto ciò che era necessario, dalle cose più “banali” (come fare una ricerca in biblioteca) a quelle più tecniche (come studiare le monete, come catalogarle, come scrivere le note, come citare gli articoli o le fonti in latino). Quanto ai testi che ho consultato, si è trattato per gran parte di bibliografia in lingua straniera, altro aspetto in cui la figura del mio relatore è stata essenziale. Devo a lui il fatto di essere arrivata fino a questo punto e a me soltanto il merito di aver avuto pazienza e caparbietà, soprattutto quando si trattava di trascorrere le notti insonni per scrutare una per una centinaia di monete provenienti da ogni parte del mondo antico e da una fetta di storia di cui ritengo sia impossibile non subire il fascino.
Cosa ti ha spinto a partecipare a un concorso nazionale?
Questa è una domanda che ha una risposta molto simpatica. Io sono un tipo piuttosto pigro dal punto di vista tecnologico, non navigo molto su internet e, ahimè, non sono solita informarmi spesso sulle opportunità che il nostro Tempo e i nostri mezzi di comunicazione ci offrono, ma entro nel web solo se pungolata da stimoli particolari. Era un sabato sera e avevo appena finito di guardare Ulisse – Il piacere della scoperta. Si era parlato dell’Opificio delle Pietre Dure, un istituto dipendente dal Ministero dei Beni Culturali con sede a Firenze. Interessata, ho aperto il pc e ho iniziato a cercare informazioni in proposito. Nel sito dell’Opificio c’era un link che rimandava a un Concorso per tesi di laurea indetto dall’Accademia Italiana di Studi Numismatici, ho cliccato, ho scaricato il bando e dopo aver letto il regolamento, ho deciso di partecipare. L’ho fatto, come sempre succede in questi casi, più che altro per mettermi alla prova, senza particolari aspettative, ma con una grande emozione in cuore. Dopo averne parlato col professore Guzzetta, ho inviato la mia tesi all’Accademia. Sono passati i mesi e io ho quasi dimenticato la mia partecipazione al concorso, che si chiudeva il 30 Aprile 2015. Poi, meno di due settimane fa, mia madre è tornata a casa con una busta che recava il timbro dell’Accademia Italiana di Studi Numismatici. L’ho aperta tremando e ho urlato di gioia!
Quali sono adesso i tuoi progetti per il futuro?
Per prima cosa, conseguire la Laurea Magistrale in Filologia Classica, ovviamente con una tesi in Numismatica. Poi, chissà, mi piacerebbe fare tanto ma, nonostante io sia una sognatrice e per natura un’ottimista, devo anche considerare l’attuale condizione del nostro Paese e tante altre variabili che certo non dipendono dalla mia volontà, per cui rimango con i piedi per terra. Sono convinta che le grandi opportunità, come è successo nel mio caso, giungano a chi sa aspettare e che il merito sia destinato a essere riconosciuto, sempre e comunque. Questa vittoria non è giunta solo per la mia gioia e per la mia soddisfazione, ma deve essere un monito per tutti quegli studenti volenterosi e appassionati che, come me, sono costretti a subire continuamente le angherie e i soprusi di una società in cui la cultura sembra non valere più nulla, in cui gli studi umanistici sono sviliti e boicottati e la bellezza senza tempo della conoscenza sembra destinata a corrugarsi e persino invecchiare di fronte al germogliare di generazioni che sembrano ormai preferire all’Ideale Classico, il classico ideale.
Non conformiamoci.
Non arrendiamoci!
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