A un anno dalla laurea di primo livello, il tasso di occupazione dei neolaureati triennali dell’Università di Catania è pari al 28% (contro il 41% per la media nazionale). Il 18% è dedito esclusivamente al lavoro, mentre il 10% coniuga la laurea magistrale con il lavoro. Chi invece continua gli studi con la laurea magistrale senza lavorare è a Catania circa il 61%, un dato più elevato della media nazionale pari al 54%. Sono i dati principali emersi dal XVII Rapporto 2015 sulla Condizione Occupazionale dei laureati elaborato dal consorzio Almalaurea, presentato ieri all’Università Bicocca di Milano.
Il Rapporto ha coinvolto quasi 490 mila laureati di 65 università italiane (240 mila laureati di primo livello, 180 mila laureati magistrali e i restanti relativi ai corsi magistrali a ciclo unico). L’indagine ha coinvolto i laureati di primo e secondo livello del 2013, 2011 e 2009 intervistati rispettivamente a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
A Catania, l’indagine ha coinvolto, con un tasso di risposta dell’84%, 3.905 laureati triennali e 1.841 laureati magistrali biennali usciti nel 2013 dall’Ateneo catanese e intervistati dopo un anno, ovvero nel 2014. Tra chi ha comunque un’occupazione, il lavoro stabile – contratti a tempo indeterminato e lavoro autonomo (lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.) – coinvolge, a un anno dalla laurea, 38% di primo livello di Catania più della media nazionale del 33%. Gli occupati che non hanno un lavoro stabile rappresentano il 62% (prevalentemente con contratti a tempo determinato, mentre il 17% è senza contratto).
Il guadagno (calcolato su chi lavora solamente) è in media di 847 euro mensili netti a Catania; a livello nazionale è di 1.008 euro.
Per quanto riguarda i laureati magistrali, a dodici mesi dalla conclusione degli studi, risulta occupato il 47% di loro, mentre la media nazionale è del 56%. Il 10% dei laureati continua la formazione (a livello nazionale è il 14%). Chi cerca lavoro è il 43% dei laureati magistrali, (il dato è il 30,5% per il totale dei laureati magistrali italiani). A un anno dalla laurea, il lavoro è stabile per 44 laureati occupati su cento di Catania, un valore decisamente superiore alla media nazionale (34%). La precarietà riguarda il 56% del collettivo (prevalgono i contratti a tempo determinato; mentre i senza contratto sono l’8%).
Il guadagno è di 1.039 euro mensili netti, contro i 1.065 del complesso dei laureati magistrali.
L’analisi dei laureati magistrali, a cinque anni dal conseguimento del titolo, consente di segnalare quanto segue: in relazione ai laureati all’Università di Catania è occupato il 75%, contro l’81% della media nazionale. Il 7% risulta ancora impegnato nella formazione (è il 6,5% a livello nazionale). Chi cerca lavoro è il 18% contro il 12% del dato nazionale. La quota di occupati stabili cresce apprezzabilmente tra uno e cinque anni dal titolo, raggiungendo il 75% degli occupati, cinque punti in più della media nazionale( 70%): nel dettaglio, il 58% ha un contratto a tempo indeterminato contro il 50% a livello nazionale.
Le retribuzioni nominali arrivano, a cinque anni, a 1.366 euro mensili netti per i laureati a Catania (contro il dato medio nazionale pari a 1.356 euro). Il dettaglio dei dati è consultabile sul sito internet www.almalaurea.it.
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