Ecco che marzo è sinonimo di ora legale. Dopo l’equinozio di primavera, la notte tra il 28 e il 29 marzo 2015 le lancette dell’orologio dovranno essere portante avanti di un’ora, dalle 2 alle 3. Un’ora di sonno in meno, un’ora di lavoro in più. Sono tanti ad avere le idee un po’ confuse riguardo gli effetti positivi e negativi di questo cambiamento.
Innanzitutto, tra i favorevoli si trovano le persone più dinamiche, quelle che che sono attive tutto il giorno e riservano le ultime ore del pomeriggio all’attività aperta. Un’ora in più di sole in questo modo si trasforma in un’ora in più di energia, di sport, di benessere.
Tra i sfavorevoli ci sono, invece, i dormiglioni, i cosiddetti pantofolai, che pur di non perdere un’ora di sonno, cercano di modificare l’intera giornata e far rientrare a pieno le loro belle otto ore di sonno.
Ma perché è stata introdotta l’ora legale? L’ora legale è una convenzione che consente di risparmiare luce elettrica a favore della luce solare per molti mesi. L’idea dell’ora legale risale al 1784, quando il celebre inventore del parafulmine, Benjamin Franklin, pensò a un cambio di orario durante l’anno al fine di risparmiare energia. La sua intuizione, però, non ebbe molto seguito, essendo il principio del risparmio di energia poco rilevante a quell’epoca. Dopo una serie di vicissitudini, alla fine bisogna aspettare il 1966, anno della crisi energetica, per assistere alla sua introduzione definitiva.
Oggi l’intera Unione Europea segue l’ora legale, che scatta contemporaneamente in tutti i Paesi del Continente. Il protocollo che regolamenta l’ora legale in Europa stabilisce che per i tre fusi orari, Europa occidentale (UTC) Europa centrale (UTC+1) Europa orientale (UTC+2), il cambio dell’ora avvenga l’ultima domenica di marzo e l’ultima domenica di ottobre allo scoccare delle ore 01:00 UTC, cioè dalle ore 01:00/02:00/03:00 alle ore 02:00/03:00/04:00 in marzo, e viceversa in ottobre. Il motivo della scelta di questi orari è presto detto: si tratta degli orari in cui la circolazione dei treni e degli altri mezzi pubblici è ridotta al minimo. Si limitano pertanto il più possibile i disallineamenti rispetto agli orari giornalieri programmati.
È curioso notare come i Paesi equatoriali, in generale, non adottino l’ora legale: la variazione delle ore di luce durante l’arco dell’anno, infatti, risultando minima, non giustifica il meccanismo. Nell’emisfero australe invece, essendo le stagioni invertite rispetto all’emisfero boreale, anche l’ora legale segue un calendario invertito: in Australia è in vigore da ottobre a fine marzo o inizio aprile, mentre in Brasile si va dalla terza domenica di ottobre alla terza domenica di febbraio. In Africa l’ora legale si utilizza raramente, mentre in Russia è stata abolita nel 2011 per volontà di Dmitrij Medvedev con la motivazione che il cambio d’ora in inverno è portatore di stress.
Ovviamente, un cambiamento del tempo giornaliero, comporta anche diversi disturbi. Il tutto cambia da persona a persona, ma in linea di massima durante il passaggio dall’ora solare a quella legale, si possono riscontrare disturbi relativi alle alterazioni del sonno, stanchezza e difficoltà di concentrazione, che possono dare origine a incidenti sul lavoro e sulle strade, ma in alcune persone si possono manifestare anche stress psicologico e cardiovascolare.
In mancanza di quei 60 minuti di sonno si faranno sentire almeno nei primi giorni dall’introduzione dell’ora legale, ma presto l’orologio interno del nostro organismo tenderà ad abituarsi. Nonostante questo, uno studio medico dell’Università del Michigan che ha osservato un’impennata dei casi di infarto nel primo giorno lavorativo dopo il cambio dell’ora. Pari addirittura al 24-25% in più dei casi rispetto ad un giorno normale.
Gli esperti raccomandano di non ricorrere, contro l’insonnia, a soluzioni esterne come i sonniferi: non si farebbe altro che peggiorare la situazione. Si può provare invece con il rilassamento prima di dormire, da attuare anche con esercizi di respirazione che inducono a rilasciare le tensioni.
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