A Catania l’assemblea dei parlamentari e degli atenei dell’area euro-mediterranea: “Una piattaforma accademica internazionale tra le due sponde del Mare Nostrum per reggere la competizione con Cina e India”
Dare un nuovo impulso alle iniziative già in corso nello Spazio euromediterraneo di Alta formazione e Ricerca, imboccando quelle strade che consentano ai Paesi delle due sponde del Mare Nostrum di investire e “produrre” conoscenza e innovazione. Proprio da Catania, dove a metà dello scorso decennio si tennero ben tre conferenze interministeriali che diedero vita ad una rete di iniziative di eccellenza nella ricerca scientifica, coinvolgendo Paesi europei e del Maghreb, viene rilanciato quest’obiettivo, da sostenere attraverso la sottoscrizione di una “piattaforma accademica” che sia di supporto ai decisori politici. L’occasione è fornita dall’Assemblea dei Parlamentari del Mediterraneo (Pam), i cui lavori sono cominciati questa mattina nel complesso fieristico Le Ciminiere, grazie alla volontà organizzativa dell’Università di Catania, sottolineata in apertura dal rettore Giacomo Pignataro, riunendo intorno allo stesso tavolo parlamentari, funzionari governativi, rappresentanti delle istituzioni accademiche e di ricerca delle regioni Euro-Mediterranea e Araba, oltre che di esponenti del settore produttivo. “Non ci nascondiamo che diviene sempre più difficile – ha detto il rettore – sia per i singoli Stati nazionali che per la stessa Unione europea sostenere il confronto con ‘giganti’ dell’economia e della politica come India e Cina, che oltre ad essere agevolati dalla crescita demografica e della produzione, investono somme consistenti nella ricerca scientifica e nell’istruzione”. La strada obbligata è pertanto quella di invitare l’Europa a guardare con sempre più interesse ai Paesi del Mediterraneo, nei quali – ha osservato il prof. Pignataro – “c’è una presenza di giovani che vogliono crescere e migliorare le proprie condizioni economiche e sociali, e c’è ancora una ricchezza di risorse naturali”. “Lo sviluppo in quest’area – ha proseguito – è però frenato dalle instabili condizioni politiche e sociali, dalla presenza di conflitti regionali e da carenze dal punto di vista del capitale umano”. E’ proprio su questo fronte, quindi, che le università e gli enti di ricerca – mettendosi in forte correlazione tra loro – possono giocare un ruolo strategico e cruciale quale fattore di mobilità e autentica integrazione interculturale. “Dobbiamo puntare – ha concluso il rettore – sul ‘capitale umano intelligente’, quale risorsa che sappia operativamente mettere a frutto le vocazioni tradizionali e specifiche dei territori, o potenzialità come il turismo e i beni culturali, ma anche dettare le linee di un modello alternativo di sviluppo su quegli stessi terreni dove è molto forte la competizione con i giganti asiatici. Senza questo sogno, è ostico immaginare anche il nostro stesso futuro”. Un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, accademia e imprese – ricordato dal rettore agli ospiti esteri -, rimane quello dell’Etna Valley di Catania, dove intorno ad un’azienda che stava vivendo un momento di profonda crisi si è potuta costruire, grazie ad incentivi fiscali e alla valorizzazione del capitale umano, una realtà in grado di produrre innovazione tecnologica nel settore della microelettronica, evidentemente distante dall’originaria vocazione dell’area etnea. “Ciò dimostra che possiamo reggere la competizione globale – ha sottolineato Pignataro – non soltanto sulla base di costi più convenienti, ma sulla nostra capacità di creare innovazione reale”. La Piattaforma che verrà lanciata da Catania si concentrerà quindi su argomenti quali affari politici, sviluppo sostenibile (economia, mercato del lavoro, energia, sicurezza alimentare, infrastrutture e salute), ambiente e cambiamento climatico, dialogo inter-culturale ed inter-religioso, turismo e patrimonio culturale, mobilità di docenti e ricercatori, ma anche le strategie verso i flussi migratori. “La Sicilia, crocevia di popoli e civiltà – ha rilevato l’assessore ai Saperi del Comune di Catania Orazio Licandro, accogliendo i numerosi ospiti stranieri ed evidenziando l’apprezzamento dell’Amministrazione comunale per l’iniziativa promossa dall’Università – può rilanciare il suo ruolo storico di fautore del dialogo, proprio in un momento nel quale le rapidissime trasformazioni economiche, sociali e tecnologiche hanno mutato tutti gli scenari, mettendo profondamente in crisi le istituzioni politiche degli stati nazionali e il modello stesso delle democrazie occidentali”. Infine, il presidente dell’Assemblea dei Parlamentari del Mediterraneo, il senatore Francesco Amoruso, ha dato il via alla due giorni di lavori, ringraziando l’Ateneo per l’impegno organizzativo che ha reso possibile lo svolgimento a Catania di questo importante momento di respiro internazionale: “Lo scopo della Piattaforma – ha precisato Amoruso – è mettere a disposizione dei Parlamentari informazioni attuali e strategiche, e, d’altra parte, fornire al mondo accademico ed a quello produttivo, un accesso diretto a persone che hanno poteri decisionali. Inoltre, grazie alla mappatura dei centri di eccellenza regionali, che sarà svolta dai membri della Piattaforma, la PAM e i parlamentari potranno attingere al mondo accademico, al fine di rafforzare la base scientifica delle loro future attività legislative a livello nazionale e regionale. Infine, per le tappe successive, è prevista la firma di accordi di stage fra la PAM e le varie componenti universitarie interessate, così come protocolli d’intesa bilaterali o multilaterali tra i partecipanti che vorranno rafforzare la loro interazione”.
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