Luoghi comuni: dimmi cosa studi e ti dirò chi sei

Cosa studi? Una domanda semplice, diretta, banale, che, in realtà può celare la sete di distruzione del tuo interlocutore curioso. E’ giusto che tu sappia che, qualunque sia la risposta a quel semplice interrogativo, potrai scontrarti con due tipi di individui: gli ammiratori e i diffidenti.

Studi medicina?

-L’ammiratore ti vede già in sala operatoria, anche se sei una matricola. I parenti, appartenenti alla categoria ”ammiratori”, capiranno finalmente il senso dell’espressione ”medico di famiglia” e, insieme ad amici e conoscenti, ne approfitteranno per chiederti un consulto anche per un semplice raffreddore.

-Il diffidente è convinto che tu ti sia iscritto a medicina soltanto per prorogare ulteriormente il taglio di quel cordone ombelicale che ti lega ancora all’adolescenza e alla bella vita.

Studi ingegneria?

-L’ammiratore crede che la tua sia una mente eccelsa. Il futuro è nelle tue mani.

-Il diffidente crede che per il futuro ingegnere l’italiano sia soltanto una canzone di Cutugno.

Studi lettere?

«Noi non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesia perché siamo membri della razza umana e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge,  economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita», ti risponderà l’ammiratore.

-Il diffidente ti dirà che la poesia sarà anche il cibo della mente, ma che lo stomaco per appagarsi ha bisogno d’altro.

Studi giurisprudenza?

-L’ammiratore ti chiamerà avvocato anche se ti mancano 98689 esami e ti chiederà un parere legale anche se sei al primo anno.

-Per il diffidente sei uno che studia la legge solo per infrangerla.

Studi psicologia?

-L’ammiratore ti chiederà consigli anche per fare la spesa; diventerai il suo migliore amico, il suo confidente, il suo muro del pianto.

-Il diffidente crede che tu sia un incosciente e che arrancherai nel mondo del lavoro; pensa inoltre che tu abbia semplicemente preso troppo alla lettera la celebre sentenza delfica che invita a conoscere se stessi.

Studi farmacia?

-L’ammiratore, magari una zia attempata, pregusta già il momento in cui ti chiederà farmaci in sordina, quasi fossi il suo pusher. Finalmente si libererà dal gioco opprimente delle lunghe code dal dottore e delle ricette mediche, convinta che tu possa fornirle farmaci a tuo piacimento.

-Il diffidente crede che sia assurdo studiare per andare a vendere medicine.

Studi filosofia?

-‘‘L’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere”. Il diffidente è uno che odia gli scioglilingua. La delusione per non essere riuscito a pronunciare correttamente ”li vuoi quei kiwi” brucia ancora sul suo volto sdegnato dinnanzi a te, che farai la fame.

-L’ammiratore è fiero di te, anche se non ti conosce bene. Sei un tipo coraggioso; hai scelto ciò che ti piace indipendentemente dall’incerto futuro lavorativo. Finalmente capirà cosa vuol dire prendere la vita con filosofia.

Studi scienze biologiche?

-L’ammiratore vede in te un piccolo Mendel. Sa che probabilmente gli rivelerai in anteprima che il suo colesterolo finalmente va bene e sicuramente ti inviterà a festeggiare con una bella cena a base di frittura e calorie.

-Il diffidente crede che la tua sia una scelta di ripiego. Tu volevi fare il medico, lui lo sa.

Studi economia?

-L’ammiratore crede che tu abbia fatto una scelta saggia: il denaro è ormai il motore del mondo.  Il suo rammarico è che tu non abbia confidato ad un social network il pensiero che affolla le menti (e le bacheche) di milioni di maturandi alla vigilia del tema d’italiano: ”La matematica non sarà mai il mio mestiere”. Per il resto, hai la sua stima incondizionata.

-Il diffidente, nel 90% dei casi, è uno che conosce solo la tabellina del cinque; ti immagina già rinchiuso in uno stanzino illuminato artificialmente da una lampada a led. Ti detesta perché  maneggerai continuamente denaro e, si sa, chi ha a che fare con  tanto denaro non è mai visto di buon grado.

Non si sentano esenti da giudizi indelicati gli studenti esclusi da questa raccolta, inevitabilmente sintetica. Il suggerimento che può essere rivolto a tutti gli studenti è quello di Margherita Hack: «Ai giovani vorrei dare un consiglio: scegliere la professione che interessa di più. Quando dovrete decidere cosa studiare, non pensate solo a cosa vi permette di trovare lavoro, ma a quello che vi piace veramente. Poi fatelo seriamente. E, da ex sportiva, voglio dare un ultimo consiglio a tutti: affrontate la vita come s’affronta una gara. Con la voglia di vincere».

 

 

Clelia Incorvaia

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Clelia Incorvaia

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