Catania

Catania, ancora violenza nelle carceri: poliziotto aggredito da detenuto

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L'episodio è stato denunciato dal Sappe, il fatto è avvenuto presso il carcere di Bicocca dove un nordafricano ha aggredito a calci e pugni un poliziotto.

Tensione alta la scorsa domenica presso il carcere minorile di Bicocca a Catania. La denuncia è arrivata direttamente dal sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, tramite il segretario nazionale per la Sicilia Calogero Navarra, che ha spiegato quanto accaduto presso il carcere catanese: un giovane detenuto di origini maghrebine mentre svolgeva delle attività, voleva conferire in modo parecchio arrogante col comandante.

Il poliziotto di turno ha provato a tranquillizzare il ragazzo dicendo che per il momento non era possibile conferire con il comandante. Il poliziotto è stato colpito con violenza a calci e pugni ed è stato necessario l’intervento dei colleghi per fermare la violenza del nordafricano. Sia l’agente che il vicecomandante sono rimasi feriti con una prognosi di 5 giorni. Navarra ha commentato così il fatto:” “Non ci sono più parole per definire le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria. La situazione è a dir poco drammatica. Le aggressioni sono all’ordine del giorno e nonostante le innumerevoli denunce del Sappe. Tutti stanno a guardare e ad aspettare: ma cosa? Che qualche onesto servitore dello Stato ci lasci le penne? Ora veramente basta! La polizia penitenziaria chiede aiuto alle istituzioni affinché si ponga rimedio a questo scempio“.

Donato Capace  segretario generale Sappe ha espresso vicinanza e solidarietà verso i feriti, sottolineando che sono necessari: “Interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono più poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze“.

Non è la prima volta che il Sappe denuncia questi fatti che ormai vanno avanti da mesi con una frequenza piuttosto alta in tutte le carceri d’Italia, soprattutto nei carceri minorili e questo succede anche perché non è stata effettuata una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture minorili. Legge voluta ricorda Capace: “Dal Ministro della Giustizia Orlando con Renzi premier, lasciata intonsa dal Guardasigilli Bonafede con Conte presidente del Consiglio e lo stesso da Cartabia e Draghi”.

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Capace infine evidenzia come: “La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina: per questo si dovrebbe ricondurre la Giustizia minorile e di Comunità nell’ambito del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria piuttosto che mantenerla come Dipartimento a sé”.