Arte

La “Divina Commedia Opera Musical” incanta il PalaCatania

Ieri sera, a Catania, è andata in scena la "Divina Commedia Opera Musical" la prima opera musicale basata sul poema di Dante Alighieri. Effetti speciali, proiezioni e musiche hanno reso lo spettacolo un trionfo da standing ovation.

Dopo il successo delle precedenti stagioni sui principali palchi d’Italia, è arrivata a Catania “La divina commedia” un avvincente viaggio dall’Inferno al Paradiso con scenografie immersive, coreografie acrobatiche,  sorprendenti effetti speciali e maxiproiezioni. Una seconda replica questa sera 22 febbraio, presso il PalaCatania di corso Indipendenza.

Musica di Marco Frisina, regia di Andrea Ortis, sceneggiatura di Gianmario Pagano, scenografie di Lara Carissimi e coreografie di Massimiliano Volpini. Oltre 200 costumi utilizzati dal cast nei 70 scenari, hanno coinvolto una troupe di 50 professionisti.  Prodotto dalla MIC Musical International Company, con l’interpretazione esclusiva di Giancarlo Giannini come voce narrante, lo spettacolo, ha avuto una durata di circa 2 ore.

Lo spettacolare viaggio sul sentiero che attraversa i fantastici regni dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.

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I atto (Inferno)

Dante e Virgilio, vengono traghettati dall’eccentrico Caronte che apre le porte a una sequela di straordinari incontri. Dante conoscerà Francesca, incarnazione formidabile della passione amorosa che nel peccato di lussuria trova la propria dannazione, costretta a vivere nella tempesta infernale e irrimediabilmente abbracciata all’amato Paolo.
Alla compassione per chi morì d’amore, segue il terrificante passaggio attraverso la Città di Dite, in cui l’aggressione di demoni infernali, volanti, o striscianti, minaccia l’avanzata di Dante.
Sempre al fianco del suo amato Maestro Virgilio, il poeta fiorentino approda nella mortifera foresta dei suicidi, che allo spettatore appare pietrificata, lugubre. Qui avviene l’incontro con Pier delle Vigne, altro personaggio storico, accusato in vita di tradimento: suicidatosi a causa di un onore irrimediabilmente compromesso, si presenta a Dante come uomo-albero, figura mutante immobilizzata nel tronco, impressionante immagine di sterilità e negazione della vita. Solo Dante riuscirà ad animarlo, anche se per poco, dandogli la possibilità di raccontare col canto la propria pena. Dante, profondamente scosso dalla crudeltà dei destini con cui entra in contatto, acquisisce una nuova consapevolezza.
Poco dopo incontrerà sul proprio cammino Ulisse.  È il ghiaccio a chiudere il cerchio del passaggio infernale: con Ugolino, Dante raccoglie la disarmante testimonianza di un padre che divora i propri figli e ne rimane scosso e raggelato, tanto quanto la landa desolata all’interno della quale si consuma l’incontro con l’ultimo dannato.

II atto (Purgatorio e Paradiso)

Dante si sulla spiaggia del Purgatorio incontra Catone, che con il proprio racconto canta la forza morale di chi non cedette al compromesso e si batté in modo integerrimo, in difesa della propria libertà di pensiero contro Cesare. Nel suo percorso, Dante si imbatte in una processione di anime in preghiera, tra cui vi è Pia de’ Tolomei, vittima di femminicidio ad opera del marito.
Dopo un malinconico canto notturno che incornicia Dante e Virgilio nell’unico momento di sosta lungo il viaggio, l’Angelo della Penitenza permette il passaggio attraverso la Porta del Purgatorio. Così Dante e Virgilio incontrano gli amici poeti Guido Guinizzelli e Arnaut Daniel.
A illuminare come un faro nella notte il percorso, le apparizioni di Beatrice rinfrancano la fiducia di Dante, che adesso più che mai percepisce prossimo l’avvicinamento, come spinto da una felicità ancora incosciente.
Sarà proprio Beatrice a distrarlo dal momento in cui Virgilio lo lascerà affinché continui da solo il viaggio. Da solo Dante approda dunque nel paradiso terrestre, in cui la stravagante e leggiadra figura di Matelda lo conduce al fatidico incontro con l’amata.  Una solenne processione introduce e sancisce il momento emozionante in cui Beatrice diventa luce che rischiara e guarisce dalle tenebre,simbolo di quell’Amor che move il sole e l’altre stelle, unica possibile chiave di accesso alla felicità: solo nell’incontro con la donna e con l’amore, Dante – o meglio – l’uomo, ritrova se stesso, scioglie i nodi della selva, e trova Dio.