Le parole del governatore Musumeci
La sperimentazione e il protocollo
Nel 2018, l’Istituto Superiore di Sanità e il Centro nazionale Trapianti hanno approvato il protocollo inerente il primo programma sperimentale di trapianto di utero da donatore deceduto. Pierfrancesco Veroux, direttore dell’unità operativa complessa di chirurgia vascolare e del centro trapianti d’organo del Policlinico di Catania, già tempo addietro ha spiegato alla stampa: “Nel centro trapianti che dirigo e che si è reso promotore del protocollo approvato (al momento unico centro in Italia, ndr), viene effettuata la valutazione di idoneità delle candidate al trapianto che vengono inserite in una apposita lista d’attesa
Possono essere considerate per l’eventuale trapianto pazienti di età compresa tra i 18 e 40 anni, affette dalla sindrome di Mayer-Rokitansky o da una malformazione dell’utero. Possono essere incluse anche donne sottoposte a rimozione chirurgica dell’utero per cause non tumorali. L’iter diagnostico prevede un primo step da effettuare nell’unità operativa di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Cannizzaro e successivamente nel nostro centro trapianti.
La valutazione prevede di verificare l’idoneità clinico-strumentale tipica per i pazienti da sottoporre al trapianto di un organo solido, unitamente a una valutazione psicologica volta a valutare l’aderenza al processo trapianto ed alla successiva terapia immunosoppressiva”.