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Virgola, quando va usata e quando no?

La virgola è un segno di interpunzione importante per la lingua italiana, ma non tutti sono in grado di usarla correttamente: basta ripassare qualche regola di base per migliorare la nostra capacità di scrittura e rendere più accattivante un testo.

Ultimamente noi italiani non abbiamo un buon rapporto con la nostra lingua. Ce lo confermano continuamente dati e ricerche, secondo le quali il livello della nostra lingua si sta abbassando sempre di più e con esso l’uso che ne facciamo. Colpa del sistema scolastico? Colpa dei social?

È soprattutto in rete che oggi riscontriamo la maggior parte degli errori grammaticali, ma non è difficile trovarli anche in ambiti e ambienti in cui non dovrebbero proprio esserci: a scuola, nei compiti in classe degli studenti, nei test d’ammissione all’università, nelle e-mail di lavoro e negli articoli di giornale.

Uno degli errori più frequenti è sicuramente quello legato all’utilizzo della virgola, tra gli elementi base della punteggiatura, ma che crea inspiegabilmente problemi a molti. Saperla usare correttamente, però, è importante non solo per scrivere in maniera corretta, ma anche per imparare a giocare con la lingua e a padroneggiare le sue strutture: la virgola, infatti, può diventare uno strumento stilistico fondamentale in grado di modificare e plasmare la scrittura a proprio piacimento, rendendola più efficace, più precisa o semplicemente più comprensibile.

Per questi motivi, non sembra azzardato affermare che la differenza tra un bravo scrittore e uno mediocre sta proprio nella virgola. Nonostante la lingua italiana sia molto flessibile in termini di punteggiatura e dotata di infinite variazioni, ci sono alcune regole che possono essere utili per conoscere meglio questo segno di interpunzione:

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  • Mai tra soggetto e predicato: prima regola fondamentale della lingua italiana è che la lingua non va mai inserita tra soggetto e predicato. Si tratta di una delle prime regole che insegnano a scuola ma che crea difficoltà anche negli adulti. Per definizione, la virgola corrisponde a una breve pausa e serve a separare degli elementi: per questo, il soggetto e il verbo – che costituiscono un’unità fondamentale del discorso – non devono essere mai separati. Esempio: “Fabio ha un esame importante domani mattina”.
  • Separare elenchi, enumerare: uno degli usi più semplici di questo segno di interpunzione è quello che permette, in una frase, di separare tra loro elenchi di cose. L’ultimo di questi, solitamente, viene preceduto dalla congiunzione ‘e’. Esempio: “Gli elementi fondamentali della punteggiatura sono il punto, la virgola, i due punti e il punto e virgola”.
  • Segnalare un inciso: due virgole insieme servono per isolare un inciso o un’apposizione, ovvero un elemento  non indispensabile che anche se eliminato non intacca la logica o la sintassi della frase principale.  Un esempio: “La virgola, spesso trascurata dagli studenti, è fondamentale per la lingua italiana”.
  • Separare principale e subordinata: non si tratta di una regola fissa, ma è vivamente consigliabile  – soprattutto quando la subordinata precede la principale – utilizzare una virgola per separare una proposizione principale da una subordinata per rendere più comprensibile e fluido il testo. “Sebbene non abbia molta voglia, Carla è costretta a studiare per il prossimo esame”.
  • Separare vocativi e interiezioni: soprattutto nei messaggi e nelle interazioni tra persone, questa regola può tornare molto utile per evitare fraintendimenti e rendere il messaggio più chiaro. Ad esempio, nella frase: “Ehi, ti andrebbe di bere un caffé?” oppure “Sbrigati, il treno sta per partire!”