Università di Catania

UNIVERSITÀ – Notevole calo delle tasse, ma rette altissime al Sud

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Sono questi i risultati, pubblicati recentemente, dell’annuale indagine Federconsumatori sui costi delle rette universitarie.

Registrato un calo a livello nazionale, ma non in modo omogeneo: reggono ancora le rette salatissime al Sud. Queste le tendenze principali, registrate durante l’indagine condotta da Federconsumatori. Sono cinque le fasce ISEE considerate: per i corrispondenti alla I fascia (circa 6.000 euro di ISEE) è stato rilevato un costo medio annuo di 316,82 euro, mentre per gli appartenenti alla V fascia, la più alta, l’importo annuo è pari a 2.446,45 euro. Cifre sì importanti, ma in netto calo rispetto agli anni passati. La diminuzione più importante, è stata registrata nella II fascia (con una ISEE di circa 10.000 euro): gli importi sono diminuiti del -35,65%. Per la I, la III e la IV fascia il calo è invece di -33,70%, -15,91% e -8,69%. Per gli importi massimi, al contrario, si riscontra un aumento del +8%.

Come dichiarato da Federconsumatori, La diminuzione è la diretta conseguenza dell’applicazione della Legge di Bilancio che, per favorire l’accesso all’istruzione universitaria, ha introdotto consistenti agevolazioni per gli studenti a basso reddito nonché per gli studenti meritevoli. Gli studenti del primo anno con un reddito ISEE inferiore a 13 mila euro non sono tenuti al pagamento dei contributi di ateneo, mentre gli iscritti agli anni successivi devono soddisfare, oltre al requisito economico, anche un requisito di merito, e vale a dire il conseguimento di almeno 10 crediti formativi nel caso degli iscritti al secondo anno e di almeno 25 crediti formativi nel caso degli iscritti agli anni seguenti nei dodici mesi antecedenti la data del 10 agosto”.

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Unica nota stonata, un riscontro differente dagli anni passati, riguarda le Università del Sud, che impongono le rette più alte. Basti pensare che anche solo le tasse di I fascia superano del +15,04% quelle delle Università del Nord e del +7,18% la media nazionale. Tra gli atenei più cari possono essere citati  La Sapienza di Roma, l’Università di Bari e la Federico II di Napoli. Inoltre, vi è una netta differenza in fatto di costi tra facoltà: chi sceglie una facoltà scientifica, infatti, pagherà di più rispetto a chi sceglie una facoltà umanistica.

“Le nuove agevolazioni per le famiglie a basso reddito rendono ancora più urgente la realizzazione di controlli capillari, con relative sanzioni, per contrastare le condotte di chi usufruisce abusivamente di fondi e contributi, togliendo risorse a chi ne ha realmente bisogno e ledendo il diritto allo studio di altri ragazzi – ha dichiarato di conseguenza Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori.

“Inoltre, conclude, riteniamo importante evidenziare quanto sta accadendo in seguito alla recente sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito la condotta illegittima di numerosi atenei nell’applicazione delle tasse. Le Università interessate hanno richiesto somme maggiori rispetto a quelle previste dalla legge ed ora per migliaia di studenti che hanno frequentato gli atenei dal 2006 al 2012 si pone il problema della restituzione degli importi pagati in eccesso. Auspichiamo una soluzione che preveda rimborsi automatici senza rendere necessario un ricorso, tuttavia stiamo comunque valutando eventuali azioni risarcitorie da intraprendere nel caso in cui la situazione si evolva diversamente.”