In Copertina Università di Catania

Da Catania a Roma, storie di studenti fuori sede: “Mi manca tutto della Sicilia”

Sono tante le Università italiane che accolgono studenti fuori sede e, secondo un dato Istat relativo a un rapporto intitolato “Studenti e bacini universitari”, la più grande realtà italiana per numero di iscritti è l’università “La Sapienza” di Roma.

Polo attrattivo per gli studenti residenti in tutta Italia, Roma accoglie anche parecchi giovani della provincia di Catania, circa 271 iscritti secondo l’Istat soltanto a “La Sapienza”, senza contare gli altri poli dell’ateneo della capitale.

In questo continuo e costante esodo verso università della penisola, abbiamo intervistato alcuni ragazzi fuori sede, residenti proprio a Roma, per indagare le possibili cause e motivazioni che spieghino la scelta di studiare fuori.

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Per la maggior parte di loro la scelta è stata quasi obbligata come ci ha spiegato Rosamaria, laureata da poco in Moda e “costretta ad andare fuori perchè riguardo il settore della Moda in Sicilia c’è molto poco” o Chiara, studentessa di magistrale in ‘Matematica per le applicazioni‘ a “La Sapienza” che, dopo essersi laureata a Catania per la triennale, ha deciso di continuare gli studi lontano dalla sua terra perché come lei stessa ci ha spiegato “Matematica a Catania ha un’impostazione più teorica e l’ambito applicativo non è molto sviluppato, di conseguenza per chi come me predilige una matematica più applicativa, Roma è l’ambiente più adatto.”

C’è anche chi, però, pur non essendo obbligato decide comunque di studiare fuori Sicilia, come ci spiega Emanuele, appena laureato in Medicina a “La Sapienza” per “il desiderio di frequentare un’università più prestigiosa che magari permette di fare la differenza nel cv rispetto ad altre, considerato che nelle graduatorie nazionali le nostre università del sud si piazzano sempre agli ultimi posti.”

A queste inoltre, si aggiungono anche tante altre motivazioni di carattere personale come la voglia e il desiderio di studiare fuori staccandosi dalla famiglia o “la possibilità di incontrare gente che viene da tutta l’Italia e non solo”.

Alla domanda di un possibile ritorno in Sicilia per trovare lavoro, tutti hanno dato risposta negativa. “Accetterei un’offerta di lavoro in Sicilia solo se non trovassi nient’altro altrove e ovviamente per non morire di fame”, ha affermato Emanuele, mentre Chiara spera di “rimanere a Roma che ormai per me è casa e come credo di non tornare più giù non penso neanche di spostarmi al nord”. Anche Rosamaria non pensa “di tornare in Sicilia ma di restare a Roma oppure andare all’Estero”.

Tra decisioni obbligate e scelte personali, c’è però una costante che accomuna tutti gli studenti fuori sede: la mancanza della Sicilia. La cosa che mi manca di più, uscendo nel balcone o guardando dalla finestra, è non poter più ammirare l’Etna. Era meraviglioso vedere come si riempiva di neve verso novembre o osservare le varie eruzioni”, afferma Emanuele. Oltre a sentire la mancanza degli affetti e della famiglia, Rosamaria ha rivelato che le “manca un po’ tutto della Sicilia, come ad esempio il mare”.