Cinema e Teatro In Copertina

Cinema tra lavoro e passione, la studentessa Asia racconta il cortometraggio “Piedi nudi”

In sfida al “Sicily International Short League”, anche “Piedi nudi”, opera del lavoro di regia di Francesco Di Martino e delle sceneggiature di Asia Borioli. Un cortometraggio in cui al tema della solitudine esistenziale si affiancano anche quello della rinascita e della crescita interiore.

“Piedi nudi” segue le vicende di una giovane donna alle prese con una solitudine interiore e un’incapacità di approcciarsi al mondo esteriore e all’altro. Alena, questo il suo nome, trascorre la vita nella lentezza delle giornate nella sua casa di campagna, con la sola compagnia dei fantasmi della sua mente, in cui la ragazza trova un rimedio all’esistenza solitaria che conduce, e della natura. Fondamentale alla crescita del personaggio sarà proprio il ruolo della natura, che le ispirerà l’equilibrio da sempre ricercato e la condurrà sulla strada della rinascita.

Ma chi è davvero Alena? E da cosa deriva l’idea per questo progetto? Ne abbiamo parlato con Asia Borioli, sceneggiatrice e aiuto-regista del cortometraggio.

Da cosa deriva questa tua passione per il cinema?

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Sono cresciuta con i film, tra cinema e videocassette. Le prendevo in prestito ogni giorno da mia madre e facevo amicizia con Truffat, Allen e, più tempo passava, più conoscevo Kubrick e Bergman. Ora sto cercando di fare di questa passione la mia vita. E ringrazio mia madre e Francesco Di Martino per il loro sostegno in questa impresa.

Da cosa scaturisce l’idea per il cortometraggio? Come nasce, quindi, questo progetto?

Il progetto nasce da un’amicizia. È stato Francesco Di Martino, mio amico e grande regista, a propormi, infatti, di seguire un percorso formativo all’interno del suo collettivo, diventando la mia guida in questo fantastico ambiente. Ha senza dubbio creduto in “Piedi nudi” sin da subito, ed è stata questa forza condivisa a creare questo film. Attori e troupe ci hanno affiancato, riuscendo a realizzare il corto a costo zero.

Vi sareste mai aspettati di essere selezionati per la semifinale del “Sicily International Short League”?

È stata di certo una bellissima notizia, un momento di grande soddisfazione dopo molto impegno e tanto lavoro.

Parliamo un po’ del personaggio di Alena. Come si articola il suo rapporto con il mondo esterno e con gli altri?

Alena è un personaggio muto, come le figure che la circondano. È un lieve soffio di vento in cerca della sua verità sul senso della vita e della solitudine.

Da cosa credi che derivi questa sua incapacità ad approcciarsi alla realtà esteriore?

Considerate questo film come una realtà altalenante, una sorta di dimensione onirica. Quando l’ho scritto volevo trasmettere un’idea, o meglio, una sensazione che potesse accomunare tutti noi, in modi differenti. Uno specchio della “realtà” interiore, senza passato e di fronte a un bivio per il futuro: il cambiamento o la costanza.

Quanta connessione credi che esista tra la difficoltà di Alena a svincolarsi dal mondo di irrealtà e fantasmi, da lei stessa creato, e l’incapacità delle nuove generazioni a comunicare realmente con l’altro e a instaurare dei rapporti veri e concreti?

Sono strettamente connessi. Molti giovani vivono il presente senza alcuna aspettativa, senza sogni o desideri; è difficile trovare qualcuno che s’interessi a un altro per pura umanità o amore, è davvero difficile tra i giovani. Molto spesso siamo circondati da rapporti finti che finiscono per ammalare anche chi, per natura, non sarebbe così. Pochi, davvero pochi, sono realmente interessati ad aiutare o, più semplicemente, ad ascoltare l’altro. Ogni cosa sta perdendo valore e tutto sembra sempre più scontato. Alena potrebbe essere la rappresentazione estrema di una mente sola, che lotta contro se stessa e per se stessa.

Infine, com’è stato collaborare alla creazione di un progetto simile? E che tipo di rapporto si è instaurato con gli altri ragazzi che hanno contribuito alla sua realizzazione?

È stata un’esperienza unica. Ogni fase si realizzazione è piena di vita e particolarmente complessa. Quando guardo il film, vedo un pezzetto della mia vita, vedo mia figlia che si mette in gioco con me, vedo delle persone bellissime, cari amici con cui spero di poter lavorare ancora.

A proposito dell'autore

Debora Guglielmino

Classe '94, la passione per l'informazione e il giornalismo mi accompagna sin da quando ero ancora una ragazzina. Studentessa di Scienze della Comunicazione, amo la lettura e le atmosfere patinate ed eleganti tratteggiate nei romanzi della Austen. Appassionata e ambiziosa, sogno di poter un giorno conoscere il mondo e di raccontarlo attraverso una penna e un taccuino.