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TEST MEDICINA – Miur: nessuna ombra sul test d’ammissione del 2016

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Arrivano subito le precisazioni dal Miur, che prontamente replica: si è svolto secondo la normativa e le disposizioni vigenti e in totale trasparenza. A fare allarmare il Miur, la notizia rimbalzata sui principali organi di stampa e sui social alcune notizie riguardanti la procedura di affidamento delle prove, la qualità e l’originalità dei quesiti del test d’ammissione a Medicina del 2016. 

In particolare, secondo l’esposto all’Autorità anticorruzione dell’Unione degli universitari, alcuni dei quesiti dell’ultima prova per accedere alla Facoltà erano già contenuti nei più diffusi libri di esercizi per preparare al test.

Le precisazioni del Ministero

In particolare, la selezione del 2016 è stata regolata da due decreti ministeriali, disponibili anche online: il numero 312 del 24 maggio 2016 e il numero 546 del 30 giugno. Il primo riguardava l’istituzione della Commissione di esperti per la validazione scientifica dei quesiti da proporre alle candidate e ai candidati, il secondo le modalità di svolgimento e la composizione delle prove.

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Con il decreto 312, alla Commissione è stato affidato il compito di validare “i quesiti a risposta multipla, compresi quelli di riserva, relativi ad argomenti di cultura generale e ragionamento logico, biologia, chimica, storia, disegno e rappresentazione, matematica e fisica” verificandone “altresì la coerenza con i percorsi di studio della scuola secondaria superiore per ciascuna area”. Il decreto 546 specificava che il Miur predispone i quesiti stessi, avvalendosi di soggetti con comprovata competenza in materia, individuati nel rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e riservatezza. Il Miur ha deciso di affidare l’incarico al Consorzio interuniversitario Cineca, con una apposita nota in cui si specifica, fra l’altro, che “tutti i quesiti […] dovranno essere inediti, non dovranno essere tratti da banche dati standard a catalogo, dovranno essere predisposti unicamente per le prove in oggetto e dovranno essere supportati da adeguata motivazione scientifica”.

Il Cineca con una gara pubblica (la procedura è facilmente rintracciabile nella sezione “Amministrazione trasparente” del Consorzio all’indirizzo https://trasparenza.cineca.it/bandi-di-gara-e-contratti) ha assegnato il servizio di predisposizione dei quesiti alla società “Selexi”. L’attribuzione del codice identificativo di gara e lo svolgimento di una selezione pubblica rendono rintracciabile e trasparente l’affidamento dell’incarico di redazione dei quesiti, nessuna presunta segretezza come riportato da alcuni organi di stampa. Nel contratto stipulato con il fornitore del servizio, Cineca esplicita che: “l’esecutore non potrà fare copia o riprodurre in qualsiasi supporto…i dati e le informazioni oggetto delle attività svolte” ed ancora “l’esecutore si impegna…a non utilizzare i dati e le informazioni per scopi commerciali”. C’è stato quindi uno scrupolo specifico del Miur e del Cineca nel richiedere la somministrazione di quesiti inediti. Una misura di salvaguardia che comunque non è prevista dalla disciplina primaria: la legge 264/99, che regola l’accesso ai corsi a numero programmato, non impone la necessaria “originalità dei quesiti”. La norma prevede invece che i quesiti siano validati (sotto il profilo dell’esattezza della formulazione, della presenza tra le 5 opzioni di risposta di una sola risposta esatta nonché della corrispondenza ai vigenti programmi della scuola secondaria superiore). Compito svolto regolarmente dalla Commissione nominata nel 2016.

Sulla questione dei quesiti non originali, nel frattempo, si sono già espressi il Tar Lazio e il Consiglio di Stato. Il Tar Lazio ha affermato che: “i quesiti sono stati somministrati in modo identico a tutti i partecipanti e che non appare rilevare in modo decisivo il dato (casuale fino a prova contraria, trattandosi in molti casi di esercizi di logica) della presenza di quesiti simili in testi di preparazione all’esame comunemente in commercio” (Tar Lazio, Sez. III, 13 giugno 2017, n. 2931). Il Consiglio di Stato, massimo organo della giustizia amministrativa, ha rigettato i ricorsi perché “la presenza di quesiti simili o identici prelevati da una molteplicità di testi di preparazione non risulta elemento tale da inficiare gli atti oggetto di impugnativa” (Consiglio di Stato, Sez. VI, 24 febbraio 2017, n.780).

Qualora emergessero nuovi elementi, tali da dover prendere decisioni in merito, il Miur agirà di conseguenza. Nel frattempo si ribadisce la correttezza e la trasparenza di quanto avvenuto nel 2016, anche a tutela di coloro che si stanno preparando per le prove di settembre che debbono poterlo fare in un clima sereno.