Ricerca e Scienza

UNIVERSITÀ – Trovato approccio terapeutico per l’Alzheimer: lo studio dell’Università di Verona

Scoperta che rivoluzionerà il campo medico: grazie allo studio – pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” – della sezione di Istologia e di Embriologia dell’Università di Verona, condotto insieme a due università cinesi di Changasha e di Chongqing, è stato trovato un nuovo approccio terapeutico contro l’Alzheimer.

Uno studio che fa fronte alla grande diffusione della malattia di Alzheimer – nella sua forma sporadica, ovvero non ereditaria -, di quale ne sono affetti circa 600 mila italiani (su 50 milioni persone in tutto il mondo). La demenza, la più diffusa tra quelle senili, è provocata dall’accumulo di due proteine (beta-amiloide e p-tau) che vanno a danneggiare le aree della corteccia cerebrale addette alle funzioni mnemoniche e cognitive.

Anna Chiarini e Ilaria Dal Prà, le due ricercatrici confermate della sezione di Istologia ed Embriologia, insieme a Ubaldo Armato – direttore della sezione – hanno trovato, quindi, una nuova terapia, che potrebbe rivelarsi funzionale, contro la demenza di Alzheimer: i tre ricercatori, invece di usare cellule cerebrali animali (come quelle del roditore), hanno preso quelle umane in vitro, per identificare il meccanismo dell’accumulo delle due proteine.

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Il modello usato dai tre ricercatori sono: gli astrociti umani adulti normofunzionanti della corteccia cerebrale temporale, nonché le cellule più diffuse nel cervello; e i neuroni corticali umani. Tramite questi due – neuroni corticali e astrociti umani – si è potuto trovare il meccanismo che scatena la demenza dell’Alzheimer. Meccanismo che si fonda nell’iterazione tra beta-amiloide e il recettore CaSR: l’attivazione del recettore induce la diffusione e il rilascio da parte delle cellule nervose di quantità di beta-amiloide che vanno a collegarsi ai CaSR di neuroni e astrociti. Parallelamente, questa interazione, porta al rilascio della p-tau, che insieme alla beta-amiloide, aggrava gli effetti neurotossici.

Da questo studio, si arriva a ipotizzare poi l’uso degli antagonisti dei CaSR, che potrebbero bloccare la progressione dell’Alzheimer sporadico preservando le funzioni cognitive, la qualità della vita e la vita stessa dei pazienti. Infine, si potrebbe trovare una soluzione definitiva a questa demenza nella sua forma sporadica.

A proposito dell'autore

Samuele Amato

Studente di Filosofia, classe 1997, Samuele Amato è appassionato di cinema, musica, viaggi, storia e giornalismo, il ché lo ha spinto a intraprendere, dopo il diploma in Informatica e Telecomunicazioni, questo percorso con LiveUnict. Con gli ideali della libertà e del cosmopolitismo, Samuele ha l'obbiettivo di voler dare un contributo come giornalista e - si spera - come insegnante.