Università di Catania

UNIVERSITÀ – L’Unimore riaccende la polemica: “Occorre numero chiuso facoltà umanistiche”

È probabilmente uno dei campi dove studenti e professori si scontrano più volte. Parliamo della questione del “numero chiuso”, un tormentone universitario in tutte le facoltà. Ma è un tema che si manifesta ancor di più nei corsi di scienze umanistiche, dove lo scontro tra pro-numero chiuso e anti-numero chiuso è più accentuato.

Nella giornata di ieri, nella “Gazzetta di Reggio” sono state pubblicate le dichiarazioni del rettore dell’Unimore (Università di Modena e Reggio Emilia), Angelo Oreste Andrisano, schierandosi dalla parte favore al numero chiuso delle scienze umanistiche, soprattutto per il corso di Filosofia. Il professor Andrisano ha cominciato a esporre il problema della cosiddetta “guerra tra dipartimenti” – riferendosi alle proteste degli studenti di Economia per l’investimento di fondi in Ingegneria -, dichiarando che non è questa la questione importante ma che, come riportato sulla Gazzetta di Reggio, «occorrerebbe mettere a numero chiuso le facoltà umanistiche del nostro ateneo.»

Di certo una dichiarazione molto forte, che provoca dissensi e confusione, soprattutto per i maturandi che vorrebbero proseguire negli studi umanistici dopo il diploma. È anche una questione molto ribattuta non solo in Emilia Romagna ma in tutta la nazione: si ricordi che proprio l’Università di Palermo, l’anno scorso, ha deliberato ben 16 corsi, andando contro il numero chiuso; e si noti che a Milano, circa una settimana fa, gli studenti hanno svolto lezioni all’aperto esprimendosi contro il numero chiuso.

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Andrisano, a favore del numero chiuso, espone il motivo nell’intervista sulla Gazzetta di Reggio: ovvero, secondo il rettore di Unimore, «sarebbe meglio formare 50 filosofi che 400, che poi faticano a trovare lavoro». Un’altra dichiarazione molto forte, ma che comunque fa fronte al desiderio del prof Andrisano, cioè rivalorizzare la filosofia, introducendo non degli ingegneri o degli economisti nelle imprese, ma dei filosofi che potrebbero svolgere, all’interno di queste imprese, un ruolo fondamentale.

Si può notare come la questione “numero chiuso” nelle facoltà umanistiche rappresenti varie sfaccettature che si riallacciano a più argomenti: soprattutto se si parla della Facoltà di Filosofia, che da mesi ormai è passata sotto una luce diversa, quella di poter prendere le redini della gestione di un’impresa.

Ma cosa ne pensano gli studenti del corso di Filosofia dell’Università di Catania su questo tema bollente?

«Sono assolutamente d’accordo sul numero chiuso in Filosofia – ci rivela Salvatore, studente di Filosofia –; non ho mai capito perché il corso di studi in filosofia deve essere aperta a tutti, facendola diventare praticamente l’ultima sponda di tanti.» Salvatore ci espone un problema che si è presentato all’inizio del corso di Filosofia: «Si notava già all’inizio del corso un po’ le conseguenze del numero aperto, come può essere la questione dei posti disponibili i primi giorni.» conclude poi, riconfermando il suo appoggio al numero chiuso «di per sé, chiudendo il numero come Lettere si può creare almeno un certo “livello”, ma non solo questo, è anche possibile gestire meglio il corso stesso ed evitare eventuali studenti 3° scelta.»

Se Salvatore può ben rappresentare lo schieramento pro-numero chiuso, a schierarsi contro è Sarah, anch’essa studentessa di Filosofia a Catania: «Non dovrebbero esistere facoltà a numero chiuso, in nessun posto. Un qualsiasi studente ha tutto il diritto di scegliere e studiare ciò che gli piace fare.» Continua la studentessa «La “selezione” avverrebbe poi da sé: nel senso, uno studente dovrebbe accorgersene durante il percorso accademico se quello studio faccia per lui o meno; lo studente dovrebbe avere questa capacità a prescindere, rendersi conto della sua situazione ed essere oggettivo.» Infine, conclude Sarah «I problemi relativi all’ammasso di studenti durante le lezioni? Sono facilmente risolvibili, dev’essere il Dipartimento a organizzare ed a evitare questi problemi: magari creando dei corsi separati in modo da creare “classi” di un buon numero di studenti e rendere le lezioni anche più efficienti nell’essere seguite.

Insomma, probabilmente una questione che è molto delicata per tutti gli studenti: un numero chiuso potrebbe dare opportunità solo a chi è più capace, ma allo stesso tempo potrebbe togliere ad uno studente la possibilità di studiare ciò che gli piace; ed anche una questione che sarà, ancora, tirata in ballo in futuro.

A proposito dell'autore

Samuele Amato

Studente di Filosofia, classe 1997, Samuele Amato è appassionato di cinema, musica, viaggi, storia e giornalismo, il ché lo ha spinto a intraprendere, dopo il diploma in Informatica e Telecomunicazioni, questo percorso con LiveUnict. Con gli ideali della libertà e del cosmopolitismo, Samuele ha l'obbiettivo di voler dare un contributo come giornalista e - si spera - come insegnante.