Attualità

CATANIA – #iostocongabriele: presidio per la liberazione anche nella città etnea

Dallo scorso 10 aprile il giornalista 34enne Gabriele Del Grande è stato privato della libertà personale, senza la possibilità né di nominare un avvocato né di contattare la sua famiglia né tantomeno di interloquire con le autorità consolari italiane. La richiesta di mobilitazione lanciata da Gabriele e dalla sua famiglia viene accolta anche a Catania, che qualche anno fa ha ospitato il giornalista per la presentazione del suo libro, dove si terrà un presidio per chiedere la liberazione del giornalista.

Tante le associazioni e gli enti firmatari della città di Catania che giovedì 20 aprile, alle ore 17.00 si riuniranno in via Etna (all’angolo con via Prefettura) per chiedere alle autorità italiane di adoperarsi fattivamente per una rapida risoluzione della vicenda che vede coinvolto il giornalista e documentarista Gabriele Del Grande.

Dallo scorso 9 aprile, le autorità turche hanno privato della libertà personale il giornalista Del Grande, al quale non è stato permesso di incontrare né il suo avvocato, né le autorità consolari italiane. Solo questa mattina, alcuni fonti turche hanno reso noto che nella giornata di venerdì, dopo ben 10 giorni di fermo e isolamento ingiustificati, pare che verrà concessa a Gabriele una visita con le autorità consolari italiane.

Advertisements

Sfrutta i vantaggi di TEMU destinati agli studenti universitari per ottenere un pacchetto buono di 💰100€. Clicca sul link o cerca ⭐️ apd39549 sull'App Temu!

Qualche giorno fa, durante una conversazione telefonica ottenuta solo dopo numerose proteste, Del Grande ha comunicato alla propria compagna di voler iniziare uno sciopero della fame per denunciare la sua situazione e ha lanciato un appello, invitando tutti alla mobilitazione,  per chiedere che vengano rispettati i suoi diritti. Le richiesta è stata accolta in tutta Italia ed oggi pomeriggio, nei maggiori comuni della penisola saranno attivati contemporaneamente vari presidi, che in Sicilia interesseranno le città di Palermo e Catania. Tra le associazioni e gli enti firmatari catanesi figurano: Borderline Sicilia; Borderline-Europe; Asgi sezione Sicilia; Rete Antirazzista Catanese; Cooperativa Quetzal – La Bottega Solidale – Modica; Filieque Iblee – Modica; Chiesa Cristiana Evangelica Battista – Catania; Chiesa Evangelica Valdese – Catania; Associazione culturale Gammazita; Catania Prc; Catania Coordinamento regionale dei comitati No MUOS; Circolo Città futura – Catania.

Il giornalista 34enne di origini lucchesi, Gabriele Del Grande già dal 2006, anno in cui fonda l’Osservatorio Fortress Europe, si impegna attivamente nel censimento di singoli eventi di morti o naufragi in Europa e nel Maghreb che si sono verificati dal 1988 in poi. Fortress Europe diventa la principale attività di monitoraggio del fenomeno realizzata su scala europea e tutti i monitoraggi successivi faranno riferimento proprio ai dati raccolti dall’Osservatorio inaugurato da Del Grande, che sono punto di riferimento persino per l’ Unhcr, come fa notare la Boldrini attraverso il suo profilo Facebook.

Il lavoro di Gabriele si concentra sulle migrazioni, sul tema della libera circolazione, sulla condizione dei migranti e dei profughi che per terra o mare tentano la traversata verso l’Europa. Un lavoro che lo vedeva impegnato costantemente e a cui si stava dedicando anche quando è stato fermato dalle autorità turche, le quali lo hanno accusato di una violazione amministrativa a seguito della quale la Turchia lo avrebbe dovuto espellere dal proprio territorio nazionale. Invece il giornalista, contro ogni legge, rimane ad oggi sotto il controllo delle autorità di Ankara e privato dei suoi diritti. A detta dello stesso Del Grande, la ragione del suo fermo è legata al contenuto del lavoro sulla guerra in Siria, argomento su cui stava raccogliendo storie e dati da inserire nel libro “Un partigiano mi disse”.

I firmatari dell’appello lanciato da Gabriele chiedono che le autorità italiane si impegnino per liberare immediatamente il giornalista ed impedire con ogni strumento che la Turchia di Erdogan strumentalizzi, a vantaggio di propri fini politici, la situazione di fermo del giornalista. Alla voce delle associazioni si unisce quella del padre di Del Grande, che dichiara a Rai News: “Tutte le manifestazioni di affetto che si stanno moltiplicando in giro per l’Italia ci fanno un immenso piacere: dimostrano che la libertà è un bene importante a cui tutti tengono e contribuiscono a non farci sentire soli”. 

Su change.org è possibile firmare la petizione per sostenere la causa di Del Grande.