Attualità

“Made and Educated in Italy”: il nuovo brand per attrarre cervelli in Italia

Aula università

L’Italia mira a diventare un polo attrattivo per gli studenti di tutto il mondo con un nuovo brand che punta sulla cultura italiana e sul Made in Italy

Cultura italiana e il Made in Italy hanno sempre fatto grande presa sugli stranieri. Perché non sfruttarle per rendere più attrattiva e competitiva l’università italiana? Il ministero degli Esteri assieme col Miur prepara un piano strategico per la promozione all’estero della formazione superiore italiana. L’obiettivo sarebbe quello di  raddoppiare, dal 4 all’8%, il numero degli studenti stranieri presenti in Italia.

Il vicepresidente di Confindustria Giovanni Brugnoli, intervenuto agli Stati Generali per la promozione all’estero della formazione superiore italiana, sostiene che è necessario sviluppare un nuovo brand all’interno di quello che viene definito mercato della formazione superiore: il “Made and Educated in Italy”. Un brand per promuovere “la bellezza di ciò che si fa in Italia e di ciò che si può imparare, facendo in Italia”. “L’Italia ha università eccellenti che devono ancora liberare tutto il loro potenziale e che grazie alla collaborazione con le imprese possono diventare tra le migliori al mondo. Ed è anche una grande occasione per le imprese”, aggiunge ancora Brugnoli.

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“Il documento presentato è un importante passo avanti nella collaborazione tra  istituzioni, università e imprese che fa bene a tutto il  Paese. La strategia per la promozione all’estero della formazione superiore italiana offre strumenti di forte operatività per contribuire ad  attrarre cervelli: l’Italia ha università eccellenti che  devono ancora liberare tutto il loro potenziale e che grazie  alla collaborazione con le imprese possono diventare tra le migliori al mondo. Ed è anche una grande occasione per le imprese. Abbiamo i mezzi per cogliere le opportunità della rivoluzione digitale, dell’industria 4.0, dell’internet delle cose e di tutto ciò che offre lo straordinario villaggio globale di cui siamo parte integrante, senza muri, senza preclusioni. Senza paure”, conclude il vicepresidente di Confindustria